Festival Sanremo, all'Ariston il quadro di Artemisia Gentileschi portatore di un messaggio contro la violenza di genere
di Carlotta Nicoletti
La vice presidente Commissione attività produttive Cavo: "Non solo violenza fisica, ma anche economica nei confronti delle donne"
C'è spazio anche per Artemisia Gentileschi al festival di Sanremo: nel foyer dell'Ariston è esposta una replica del primo Seicento della 'Giuditta e la sua ancella con le testa di Oloferne', un olio su tela di 127 x 95 cm mai mostrato al pubblico e conservato nei depositi dei Musei di Strada Nuova, a Palazzo Rosso, nell'ambito del progetto 'Ospiti d'onore', curato dalla coordinatrice delle Politiche culturali della Regione Liguria Jessica Nicolini e realizzato dalla storica dell'arte Anna Orlando.
"Lo scorso anno, durante il Festival, era stato un Rubens a promuovere Palazzo Ducale come una delle principali istituzioni culturali della nostra regione. Quest'anno il quadro di Artemisia ha un valore doppiamente importante, perché è l'opera di una pittrice che ha vissuto sulla sua stessa pelle quella violenza che affligge ancora migliaia di donne nel nostro Paese. Il tema della violenza di genere, che talvolta sfocia tristemente in femminicidio, è argomento su cui politica, società civile e la stessa cultura devono interrogarsi. Ci auspichiamo pertanto che l'iniziativa di Regione Liguria sia spunto per portare avanti il dibattito su un dramma che ci affligge ancora oggi". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Dobbiamo appropriarci di nuovi linguaggi contro la violenza di genere - aggiunge la presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio onorevole Martina Semenzato - il tema è la continua sensibilizzazione dell'informazione attraverso nuovi strumenti. l’arte è senza dubbio uno di questi che travalica il tempo e i giudizi, e i grandi eventi internazionali, come Sanremo, sono palcoscenici incredibili per dar voce alle donne. Abbiamo bisogno di un rinnovato patto di responsabilità famiglia, scuola, società civile e politica”.
"Lo spot di Regione Liguria racconta una terra di baci, di amore. Questa iniziativa è in coerenza perché è un modo forte per dire no a quello che è l'opposto dell'amore - aggiunge Ilaria Cavo, vice presidente Commissione Attività produttive -. La violenza di genere si sconfigge con una rivoluzione culturale basata sul rispetto, con un messaggio forte, capace di arrivare a tutte le generazioni e a un pubblico il più vasto possibile. Per questo è importante essere qui, all'Ariston, aver cercato i riflettori dove già ci sono, per dire un no forte alla violenza, tutti insieme. Lo abbiamo fatto in tanti. Insieme a noi, molti artisti si sono fatti fotografare davanti a questo quadro (il quadro di un'artista che quattro o secoli fa non solo si è ribellata alla violenza ma l'ha anche raffigurata), amplificando il messaggio. Insieme alla collega Martina Semenzato e alla commissione Femminicidio, avevo già avuto un'esperienza simile, sul red carpet del festival del cinema di Venezia. Sono orgogliosa di essere ora in un altro grande evento, nella mia Liguria, come tappa di un percorso non facile, che tocca la violenza economica e non solo quella fisica, che richiede non solo di dare un messaggio culturale ma anche di portare cultura laddove manca, di fare prevenzione, di inserire in percorsi lavorativi: pensiamo che il 30 per cento delle donne non ha un conto corrente e il 65 per cento di quelle che si rivolgono ai centri antiviolenza non ha la pensione. Un percorso su cui non arretreremo ".
“Regione Liguria porta al Festival di Sanremo un’opera dal grande valore artistico e simbolico -commenta l’assessore alle Pari opportunità Simona Ferro -. Artemisia Gentileschi, una donna che volle fare arte in una società che riservava solo agli uomini questa opportunità, che subì ogni tipo di violenza, che lottò con tutte le forze per far valere i suoi inalienabili diritti, rappresenta una vera pioniera nella lunga battaglia, non ancora del tutto vinta, per la reale affermazione della parità di genere nel mondo. I suoi quadri appaiono spesso – ed è il caso dell’opera esposta nel foyer dell’Ariston – come una rivalsa delle donne sulla prepotenza della società patriarcale”.
“L’arte è sempre contemporanea lo dimostra questa immagine forte della pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi, che dopo 400 anni riesce a veicolare ancora un messaggio sentito ed efficace - dichiara la storica dell’arte e curatrice Anna Orlando -. Molti artisti, anche giovanissimi, dal Volo ad Annalisa, hanno accettato di farsi fotografare con il quadro e lanciare così un messaggio di solidarietà e sensibilizzazione su un tema che evidentemente sentono molto vicino come quello della violenza sulle donne”.
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