Ex questore di Genova Filippo Piritore coinvolto nel depistaggio sull’omicidio di Piersanti Mattarella
di steris
Secondo i pm, le dichiarazioni dell’ex questore sono contraddette dalle testimonianze dei protagonisti e dalle procedure standard della polizia
Filippo Piritore, funzionario di lungo corso che nella sua carriera ha guidato la Questura di Genova tra il 2010 e il 2011, è finito agli arresti domiciliari per il presunto depistaggio legato all’omicidio del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, assassinato il 6 gennaio 1980 a Palermo davanti alla sua casa di via della Libertà, sotto gli occhi della moglie e inutilmente soccorso dal fratello Sergio, futuro capo dello Stato.
Secondo l’accusa, Piritore avrebbe fatto sparire il guanto trovato sulla Fiat 127 utilizzata dai sicari, un elemento cruciale per le indagini, fornendo inoltre versioni false sui passaggi del reperto tra i vari uffici di polizia scientifica.
Le indagini della Procura di Palermo, che ha notificato la misura alla Dia, sostengono che le dichiarazioni dell’ex questore siano contraddette dalle testimonianze dei protagonisti dell’epoca e dalle procedure standard della polizia. Il gip ha sottolineato che, nonostante Piritore sia in pensione, la sua rete di contatti e la conoscenza degli ambienti della Questura potrebbero permettergli di ostacolare le indagini o manipolare ulteriori prove.
Filippo Piritore, oggi 75enne, originario di Agrigento, ha avuto una lunga carriera nella Polizia di Stato: dopo i primi incarichi a Palermo e Ragusa, ha ricoperto ruoli di rilievo a Roma e in varie questure italiane, tra cui Macerata, Caltanissetta, L’Aquila e Genova, fino a diventare prefetto a Isernia prima della pensione.
Il caso riapre vecchie ferite legate a uno degli omicidi più delicati nella storia della politica siciliana e mantiene alta l’attenzione sulla misteriosa sparizione del guanto, ritenuto un elemento chiave per risalire agli autori del delitto.
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