Ex Ilva, Palombo (Fiom) rilancia l'idea del forno elettrico a Genova: "Il nord può essere autonomo da Taranto"
di Roli
Il raddoppio dei cassaintegrati a Genova comunicato dall'azienda dopo l'incendio all'altoforno di Taranto potrebbe essere solo l'inizio: domani si ridefinisce l'accordo e i numeri potrebbero aumentare ancora
Un forno elettrico per rendere gli stabilimenti di ex Ilva nel nord Italia indipendenti da Taranto: è questa la proposta rilanciata da Armando Palombo, Rsu di Fiom siderurgia di Acciaierie d'Italia, contattato da Telenord per commentare il sostanziale raddoppio dei cassaintegrati genovesi, passati da circa 90 a 178 su richiesta dell'azienda. L'accordo preso con Acciaierie d'Italia in sede ministeriale prevedeva un massimo di 3.062 lavoratori in cassa integrazione in tutta Italia, di cui 190 a Genova. In totale si è saliti da 3.062 a 3.926, per lo stabilimento di Taranto dai 2.680 previsti ai 3.538 comunicati oggi: in vista del nuovo accordo che verrà realizzato domani per un nuovo percorso di cassa integrazione i sindacati sono in allerta, dato che potrebbero venire confermati i numeri annunciati questa mattina "ma potrebbero anche aumentare finché gli impianti non ripartiranno", dichiara Palombo.
La situazione - "Lo scoppio dell'altoforno 1 di Taranto ha dimezzato la produzione e annullato il piano di ripartenza condiviso con l’azienda a marzo - spiega Palombo -. Noi siamo sempre allertati, sia per la cassa integrazione che per l'accordo con Baku Steel: il rischio concreto è quello che l'investitore si allontani". Il consorzio guidato da Baku Steel Company (BSC) e dall'Azerbaijan Business Development Fund (ABDF) ha incassato la fiducia del Governo: lo scorso 27 marzo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha autorizzato i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia ad avviare negoziazioni preferenziali con la cordata azera, segno evidente del fatto che c'erano tutte le possibilità di arrivare ad un accordo. Con l'incendio all'altoforno 1 questa situazione potrebbe cambiare anche drasticamente.
Futuro - "L'Ilva riguarda tutta l'Italia, non solo Taranto" chiosa Palombo, per cui se si voglio realizzare due nuovi forni elettrici "uno si può a Taranto e uno a Genova. Le aree per la siderurgia qui ci sono, vincolate dall'accordo di programma su Cornigliano. Non c’è solo Taranto, si può redistribuire il carico, anche a supporto dello stesso stabilimento di Taranto".
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