Ex Ilva, Giorgetti: "Piano industriale realistico, ma non semplice"

di Edoardo Cozza

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Le parole del ministro dello sviluppo economico dopo l'incontro di oggi sulle acciaierie. Scetticismo dai sindacati, la Uilm: "Visione a 10 anni, un'eternità"

Ex Ilva, Giorgetti: "Piano industriale realistico, ma non semplice"

"Il piano presentato è realistico ma non semplice. Il passaggio all'idrogeno e la gestione e le conseguenze degli aspetti occupazionali hanno bisogno di tempo". Così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti in una nota sul tavolo su Acciaierie d'Italia, l'ex Ilva. "Per questo", prosegue, e alla luce del fatto che "il quadro delineato oggi è più complicato di quanto ci aspettassimo, serve fiducia e speranza da parte di tutti coloro che oggi siedono a questo tavolo. Il governo farà la sua parte, continuerà a lavorare con spirito costruttivo mettendo ordine in un pacchetto di norme e di strumenti" per gestire la transizione.

Giorgetti ha spiegato che il governo "continuerà a lavorare con spirito costruttivo mettendo ordine in un pacchetto di norme e di strumenti che consentano di gestire la fase di transizione verso il green di un settore strategico quale quello dell'acciaio". Al tavolo al Mise erano presenti, oltre a Giorgetti - precisa la nota - il ministro del lavoro Andrea Orlando, i governatori della Puglia Emiliano e della Liguria Toti, i rappresentanti del ministero della Transizione ecologica e del ministro del Sud, i vertici dell'azienda, Invitalia e i sindacati nazionali metalmeccanici. Nel corso dell'incontro il presidente Bernabè e l'amministratore delegato dell'azienda Morselli hanno illustrato le linee guida del nuovo piano industriale che ha l'obiettivo decennale di arrivare alla completa decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d'Italia.

"Il nuovo piano - prosegue la nota -, che prevede un investimento complessivo di 4,7 miliardi di euro, si articolerà su 4 obiettivi che dovranno garantire nei prossimi anni la continuità produttiva attraverso il ritorno alla piena occupazione dei lavoratori entro il 2025, il raggiungimento della sostenibilità ambientale nella produzione di acciaio con il passaggio dal carbone all'idrogeno e con l'utilizzo di forni elettrici. Tutto ciò perseguendo gli obiettivi di sostenibilità economica per ottenere un prodotto competitivo sul mercato, per qualità e per costo, che consenta di raggiungere i livelli di crescita produttiva prevista in 8 milioni di tonnellate al 2025. Entro questa data - conclude la nota - gli investimenti in tecnologie innovative, alcuni già avviati, consentiranno già una riduzione di circa il 40% di CO2 e del 30% delle polveri sottili".

"Continuiamo a ricevere piani o progetti di aggiornamento, l'ultimo a luglio, mentre la situazione dell'industria siderurgica è in continuo cambiamento. Noi dobbiamo provare a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Un piano di dieci anni come quello che ci è stato a grandi linee accennato, di cui quindi non conosciamo i dettagli, è una eternità e la situazione impiantistica intanto è disastrosa, gli impianti si fermano e i lavoratori vengono messi continuamente a rischio". Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, a margine dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico su Acciaierie d'Italia. "Il tema che ho posto al tavolo è innanzitutto capire se noi vogliamo che ci sia una giusta transizione verso la decarbonizzazione - spiega Palombella - perché è chiaro che su questo siamo tutti d'accordo, ma la decarbonizzazione non si fa in un giorno. L'insidia non è la magistratura - continua - perché con questo trend gli impianti si fermeranno prima, questa è la verità. L'industria siderurgica ha bisogno di investimenti continui".

"Al momento - dice il leader dei metalmeccanici della Uil - abbiamo migliaia di lavoratori in cassa integrazione, le ditte terze non vengono pagate e i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria non sono stati neanche considerati. Siamo in grado di assicurare un futuro a questi lavoratori? Quando iniziamo? L'unica certezza ce la può dare il rifacimento dell'altoforno 5, con tecnologie innovative a zero impatto ambientale come previsto dall'unico accordo sindacale del 6 settembre 2018, altrimenti diciamoci con chiarezza che possiamo già passare al piano b".

"E per quanto riguarda il dissequestro - aggiunge Palombella - occorre fare gli investimenti necessari affinché ciò avvenga, diversamente è chiaro che il giudizio della magistratura sarà negativo. Ma noi dobbiamo fare quello che tocca a noi per arrivare a quell'appuntamento con un piano credibile. Il messaggio di speranza di Bernabè è positivo - conclude - ora inizia un confronto per discutere e approvare un piano che deve davvero tutelare ambiente e occupazione".