Energia, realtà globale e illusioni verdi, Gozzi (Federacciai): "Serve un nuovo Green Deal europeo"
di steris
Gozzi contesta l’“estremismo ideologico” di Bruxelles e dell’era Timmermans, foriero di deindustrializzazione, perdita di competitività e declino economico

Nel suo ultimo editoriale su Piazza Levante, l’imprenditore e presidente di Federacciai Antonio Gozzi lancia un duro atto d’accusa contro l’impostazione ideologica del Green Deal europeo. Alla luce dei dati più recenti sulla crescita mondiale della domanda energetica – forniti dall’Energy Institute di Londra – Gozzi invita le istituzioni UE a rivedere radicalmente le proprie strategie ambientali, definendo l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050 come “irrealistico” e addirittura “dannoso”.
Nel 2024, evidenzia Gozzi, la domanda globale di energia è aumentata in tutte le sue forme: petrolio, gas, carbone, nucleare, idroelettrico e rinnovabili. Le emissioni di CO2 hanno toccato un nuovo record, trainate soprattutto da Cina e India, che rimangono forti consumatori di carbone, pur investendo massicciamente anche nelle rinnovabili.
Secondo Gozzi, non si sta assistendo a una vera sostituzione delle fonti fossili con quelle verdi, bensì a una loro coesistenza: le rinnovabili si aggiungono, ma non riescono a soppiantare i combustibili tradizionali, anche per limiti strutturali come la discontinuità di produzione. Le economie avanzate, come gli Stati Uniti, continuano a battere record nella produzione di petrolio e gas, mentre nei Paesi in via di sviluppo – soprattutto in Africa – centinaia di milioni di persone devono ancora accedere all’elettricità.
Gozzi mette in discussione la strategia europea: la tassa sul carbonio penalizza l’industria locale, le dipendenze da materie prime cinesi aumentano e il presunto vantaggio tecnologico dell’Europa è in realtà inesistente, con la Cina ormai leader mondiale anche nel settore green. Gozzi contesta l’“estremismo ideologico” di Bruxelles e dell’era Timmermans, accusato di aver messo l’Europa su una rotta che porta a deindustrializzazione, perdita di competitività e declino economico.
L’appello finale è chiaro: "Europa, svegliati". Serve – secondo Gozzi – una strategia energetica pragmatica, fondata su realismo, autonomia strategica e difesa dell’industria, se l’Unione vuole continuare ad assicurare ai suoi cittadini uno stile di vita avanzato e sostenibile.
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