EMA non vieta AstraZeneca, ma attenzione…
di Paolo Lingua
Secondo la “sentenza” a livello europeo dell’Ema esiste una connessione, sia pure non come unica causa determinante, tra casi di trombosi registrati dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, ma, tirate le somme, i “benefici sono superiori ai danni e ai rischi” in maniera schiacciante. Il vaccino tanto discusso – larghissimamente praticato in Inghilterra - non dovrà essere ritirato. Ma non sono emerse proibizioni o limitazioni specifiche (per sesso o per età), almeno per il momento. Nei prossimi giorni potrebbero emergere decisioni differenti in ciascun Stato dell’Ue. A tirare le somme per quel che riguarda i 27 Stati europei sarebbero stati praticati 25 milioni di vaccini e sarebbero stati riscontrati 86 casi di diverse trombosi) con 18 decessi. La ricerca scientifica sui casi di trombosi hanno rivelato delle connessioni tra l’affezione e il vaccino, ma non come causa unica e determinante.
Di qui il sostanziale “via libera”. E in effetti, sul piano obiettivo, gli esiti statistici sono collocati in una fascia percentuale molto bassa. Sul piano obiettivo non sono mancati in passato vaccini o prodotti farmaceutici che sono intervenuti come concausa di danni, anche gravi o mortali, anche i percentuali maggiori, così come esistono intolleranza estreme. Ma con indici percentuali quasi insignificanti. Vedremo, nei prossimi giorni, cosa decideranno, Stato per Stato, le autorità politiche e sanitari e cosa potranno emergere sul piano delle considerazioni scientifiche nuovi elementi frutto di approfonditi esami autoptici. E’ però indubbio che anche pochi decessi e pochi disturbi anche seri possano scuotere l’opinione pubblica in un momento di passaggio delicatissimo nel quale si spenge a ogni livello alla vaccinazione di massa per bloccare il diffondersi della pandemia.
Oggi, se si eccettua la corsa in crescendo alla vaccinazione di massa con ogni tipo di prodotto negli USA e in Inghilterra, l’organizzazione europea è ancora in una posizione affannosa, in netto ritardo e con decisioni politiche diverse da Stato a Stato. Le fila si stanno rinserrato adesso e si spera in una marcia in crescendo da questo mese a maggio per raggiungere un obiettivo accettabile per la fine di giugno. Ma sarà meglio procedere con un ottimismo prudente, perchè gli stop imprevist9i si sono già verificati, con particolare riferimento ai mancati arrivi di farmaci o di ritardi di consegne. Ancora oggi, solo per restare in Italia, siamo ben lontani da una condizione ottimale. E poi, come si accennava prima, la vicenda di AstraZeneca continuerà ad avere un peso sulle scelte dei cittadini. Dobbiamo tenere presente che il Covid – 19 era un virus sconosciuto e dalle conseguenze imprevedibili. La pandemia ha sconcertato l’opinione pubblica e anche l’arrivo – veloce rispetto al passato – dei vaccini, tutti diversi tra loro e strutturati con criteri scientifici differenti, hanno accentuato le diffidenze e le paure. Non ‘è facile cavarsela illustrando le statistiche. In Italia sono bastati due decessi per mandare in tilt centinaia di migliaia di persone che erano già prenotate per essere vaccinate.
Non appare ancora chiaro come reagirà l’opinione pubblica. Ci saranno diffidenze o addirittura rifiuti e richieste di cambio di farmaco? Non è facile rispondere e non è facile rassicurare l’opinione pubblica. Occorreranno interventi autorevoli e razionalmente persuasivi per fugare pause e preoccupazioni, così come sarà saggio accentuare i controlli sui diversi soggetti – in particolare quelli potenzialmente a rischio – per limitare ulteriormente ogni possibilità di combinazioni sfavorevoli. E’ un discorso che , per malattie diverse dal virus, in passato è stato applicato. La prevenzione prudente deve sempre essere applicata perché esistono e sono identificabili i cosiddetti soggetti a rischio. A frante di tutte le prevenzioni, va comunque ricordato che la vaccinazione è l’unico mezzo per uscire dal vortice nel quale siamo precipitati in tutto il mondo. Si deve provvedere a tutti gli inconvenienti continuando a marciare. Anzi, accelerando il passo.
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