Elezioni, questione islamica, scintille Pd-Lega: "Destra chiede voti a stranieri ma nega diritti", "Con noi una grande moschea non si farà mai"
di steris
Nello scorso dicembre a Tursi la maggioranza di centrodestra aveva bocciato un odg del consigliere dem Simohamed Kaabour

Il tema della moschea a Genova torna sul tavolo della campagna elettorale, riaccendendo lo scontro tra Partito Democratico e Lega. Si riparla dell’ordine del giorno presentato a dicembre 2024 dal consigliere PD Simohamed Kaabour, in cui si chiedeva l’istituzione di un tavolo permanente con la comunità musulmana per promuovere la realizzazione di un luogo di culto e un centro per il dialogo interreligioso. La proposta era stata respinta dalla maggioranza di centrodestra a Tursi, ma il tema è tornato prepotentemente al centro della campagna elettorale.
Silvia Salis, candidata del centrosinistra alla carica di sindaco,, ha denunciato la “doppia faccia della destra genovese”: "La giunta di destra di Genova si conferma ostaggio delle proprie contraddizioni. La stessa amministrazione che da anni si oppone con fermezza alla costruzione di luoghi di preghiera per i musulmani, ha respinto, durante la discussione del bilancio di dicembre 2024, il mio ordine del giorno che chiedeva l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con la comunità musulmana per la realizzazione di una moschea e di un centro per il dialogo interreligioso.
Un rifiuto che smentisce, ancora una volta, i proclami di apertura e inclusione, proclami che emergono solo quando c’è bisogno di raccogliere consenso, ma che lasciano puntualmente spazio alla vera natura intollerante e discriminatoria di questa giunta. Un tradimento dei valori costituzionali di libertà religiosa e dei principi di convivenza che da secoli caratterizzano Genova, città storicamente crocevia di culture e fedi.
Non solo: oggi la giunta cerca l’appoggio di alcuni esponenti della comunità bengalese, la stessa comunità che in passato è stata stigmatizzata da consiglieri comunali di destra e più volte definita semplicemente come “ospite”, negandone l’appartenenza piena alla città. Una visione miope e utilitaristica che riduce le persone a semplice forza lavoro, dimenticando che sono innanzitutto cittadini, con diritti e doveri, parte integrante del tessuto sociale e culturale di Genova.
La giunta preferisce alimentare paure e pregiudizi, piegando i diritti fondamentali alle logiche elettorali. È il caporalato politico della destra che sfrutta il tema della convivenza religiosa e dell’inclusione come terreno di propaganda per l'attuale campagna elettorale, sacrificando l’interesse collettivo sull’altare del consenso di parte. Un atteggiamento miope e divisivo, che non solo nega ai cittadini musulmani e alle altre comunità un diritto basilare, ma isola Genova dal respiro europeo delle grandi capitali interculturali. Così facendo, l’amministrazione spegne le possibilità di dialogo e coesione sociale, scegliendo di arroccarsi su posizioni ideologiche invece di costruire una città più inclusiva, pacifica e moderna".
La replica della Lega non si è fatta attendere. Con una nota congiunta, l’assessore Francesca Corso e il commissario provinciale Renato Falcidia hanno attaccato frontalmente il PD e la Salis: “I genovesi sono avvisati. La realizzazione di una grande moschea a Genova è un tema attuale e concreto. La Lega non racconta frottole ai cittadini. Al di là delle polemiche da campagna elettorale, il Partito Democratico e la loro candidata a sindaco Silvia Salis, per il tramite del consigliere comunale Simohamed Kaabour, ricandidato a Tursi per il Pd, dopo alcuni giorni ci hanno risposto e, in sostanza, hanno ammesso che la sinistra vuole realizzare una moschea a Genova. Il progetto, ancorché volutamente non sbandierato ai quattro venti, risulta quindi contenuto, di fatto, nelle loro intenzioni programmatiche per il futuro della nostra città. Noi ribadiamo che, così come in passato avevamo stoppato il progetto al Lagaccio, oggi siamo del tutto contrari. Senza se e senza ma. Ricordiamo che il consigliere comunale del Pd è lo stesso che lo scorso dicembre, con un ordine del giorno presentato in Sala Rossa, era tornato alla carica invocando la realizzazione di una moschea in città. Con il centrodestra compatto a Tursi il provvedimento non era passato, ma se ora dovesse vincere la sinistra il risultato non sarebbe senz’altro lo stesso perché, in realtà, loro non hanno mai accantonato questa battaglia ideologica. Pertanto, con ‘Silvia Salis sindaca’ il triste domani è quello che il baluardo della Lega e la maggioranza del popolo genovese sono stati capaci di impedire ieri. Con noi una grande moschea a Genova non si farà mai. Tra l’altro, precisiamo che la comunità bengalese, tanto citata da Kaabour, ha incontrato Pietro Piciocchi e ha chiesto al centrodestra soltanto un’area cimiteriale e non una grande moschea, che a loro perciò non interessa. In altre parole, a non ascoltare nemmeno le comunità straniere e a continuare a fare inutili battaglie ideologiche sono solo il Pd e la Salis”.
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