Educazione sessuo-affettiva in quattro asili del comune, pro e contro

di Redazione

A Liguria Live acceso confronto sul progetto di educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia a Genova, che divide politica e associazioni.

A Genova, il progetto proposto dalla giunta comunale di introdurre percorsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia, dai 3 ai 6 anni, ha acceso un confronto molto acceso tra politica, associazioni e professionisti del settore. A Liguria Live, Valentina Ferritti, collaboratrice EduSex, e Camilla Donoso, psicologa e vicepresidente dell’associazione, hanno spiegato che l’obiettivo non è “fare educazione sessuale” ai bambini, ma lavorare su emozioni, rispetto del corpo e prevenzione della violenza.


Il consigliere comunale di Forza Italia Mario Mascia si è detto contrario al progetto, sostenendo che su temi così sensibili i genitori debbano essere coinvolti e non sostituiti dalla scuola. Una posizione distante da quella della consigliera AVS Francesca Ghio, che ha criticato il DDL Valditara e sottolineato come molte famiglie non abbiano strumenti adeguati per affrontare l’educazione affettiva, ricordando anche i 85 femminicidi dell’ultimo anno come segnale di una società che fatica a fornire alternative alla violenza.


Molto duro l’intervento di Jacopo Coghe, rappresentante di Pro Vita & Famiglia Onlus, che ha richiamato l’articolo 30 della Costituzione affermando che il diritto-dovere di educare spetta ai genitori. Coghe ha sostenuto che, con la scusa dell’educazione sessuale, in passato alcune associazioni abbiano introdotto temi non adatti ai bambini, come la gestazione per altri o spiegazioni sull’identità di genere, e ha chiesto che eventuali corsi siano rivolti prima ai genitori, lasciando poi alle famiglie la scelta su come procedere.


La discussione è sfociata in uno scontro acceso tra Ghio e Coghe, segno di una frattura profonda sul ruolo della scuola, dei genitori e della società nell’educare i più piccoli al rispetto e alla consapevolezza. Il dibattito resta aperto, e la città e il Paese continuano a dividersi sul futuro di questi percorsi educativi.

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