Edilizia, la Liguria ha bisogno di cantieri: pronti 7mila disoccupati da ricollocare
di Fabio Canessa
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I primi quattro assunti per il nuovo ponte, Tafaria (Filca Cisl): "Puntiamo su nodo ferroviario e Gronda"
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Sono circa 7mila i disoccupati dell'edilizia in Liguria. Un esercito di lavoratori rimasti senza impiego, pronti per essere ricollocati con specifiche intese nei numerosi cantieri che dovrebbero aprire - ma che oggi sono ancora fermi - da Ponente a Levante. Senza contare quello più 'visibile', il ponte sul Polcevera a Genova. Che finora, nonostante le tante promesse e un accordo sindacale firmato a marzo, ha avuto un impatto trascurabile sulla crisi del settore.
Qualcosa, però, si sta muovendo. "Finalmente, dopo tanto tempo, grazie anche agli incontri col consorzio PerGenova, siamo riusciti a far assumere i primi quattro disoccupati in due aziende impegnate nelle fondazioni del nuovo viadotto - annuncia Andrea Tafaria, segretario ligure della Filca Cisl -. Da qui a settembre ne potranno entrare altri. Con la struttura commissariale stiamo lavorando per dare lavoro a chi l'ha perso negli ultimi dieci anni".
Secondo l’analisi di Ance Genova-Assedil sulla base dei dati delle Casse edili delle quattro province liguri, nel corso del 2018 sono usciti dal mercato del lavoro 280 operai e circa 50 imprese nella nostra regione, passate da 3.640 a 3.593, con 16.525 operai all’attivo. Per quello che riguarda Genova, le imprese iscritte alla Cassa edile sono diminuite di 35 unità e si contano, a fine 2018, 1.659 imprese (-2% rispetto al 2017). In flessione anche il numero di operai attivi: 37 unità in meno nel 2018, passando così da 8.604 a 8.567 addetti (-0,43%).
Un'opera che dovrebbe ripartire, assorbendo qualche lavoratore rimasto a casa, è il nodo ferroviario di Genova. Il Cipe ha sbloccato 818 milioni comprensivi delle opere a supporto del Terzo Valico. Ora, come previsto nel decreto sblocca-cantieri, ci vuole un commissario (la Regione ha proposto il presidente del Cociv, Marco Rettighieri), la cui nomina spetta al Mit, e ovviamente un'azienda che si faccia carico dell'appalto dopo il fallimento di Astaldi.
"Speriamo sia possibile evitare la gara - dice Tafaria -. Al momento ci sono 84 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, grazie a un accordo con la Regione che ha anticipato i pagamenti. Sono 73 operai e 11 impiegati. Ma non bastano, perché nei prossimi due anni arriveranno a raddoppiare, senza considerare tutto l'indotto".
Nel libro dei sogni, ma ancora per poco, c'è lo scolmatore del Bisagno, finanziato dal Cipe con 3 milioni, che nei prossimi mesi verrà messo a bando. Una galleria lunga 6,6 chilometri, dalla Sciorba fino al mare, che per essere costruita avrà bisogno di centinaia di lavoratori specializzati. E nello stesso pacchetto di risorse approvato pochi giorni fa ci sono opere contro il dissesto per altri 7 milioni.
"E poi, speriamo che parta la Gronda - rimarca Tafaria - anche se Toninelli dice che non è un'opera da fare". Le stime dei sindacati parlano di 1.500 lavoratori diretti e altri 10mila nell'indotto. Ma le specializzazioni ci sono, le stiamo formando e riqualificando. L'edilizia è il volano dell'economia, se ripartiamo noi riparte tutto: metalmeccanici, elettrici, servizi e commercio".
Fabio Canessa
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