Economia circolare: un settore da 2,5% del Pil e oltre 610mila posti di lavoro in Italia

di Redazione

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Il rapporto “L’Italia che ricicla” di Assoambiente evidenzia eccellenze e criticità del settore, proponendo un piano in cinque punti per crescere

Economia circolare: un settore da 2,5% del Pil e oltre 610mila posti di lavoro in Italia

L’economia circolare contribuisce al 2,5% del Pil italiano e garantisce lavoro stabile a oltre 610mila persone, pari al 2,4% degli occupati. È quanto emerge dal rapporto L’Italia che ricicla, promosso dalla sezione Unicircular di Assoambiente, che analizza la forza del settore del riciclo e il suo ruolo strategico per la decarbonizzazione e la riduzione della dipendenza energetica.

Eccellenza italiana – “L’industria italiana del riciclo si conferma un’eccellenza del nostro Paese e una risorsa strategica per l’economia circolare e la decarbonizzazione dell’economia nazionale ed europea”, sottolinea lo studio. Questo settore non solo favorisce il riutilizzo dei materiali, ma riduce la dipendenza dalle materie prime e dall’energia importata.

Un rallentamento preoccupante – Dal 2020, tuttavia, si registra un rallentamento nello sviluppo del settore. “Per riprendere un percorso virtuoso da un punto di vista ambientale, l’uso circolare della materia deve essere supportato in modo più incisivo”, avverte Assoambiente. Attualmente, l’Italia investe lo 0,7% del Pil nell’economia circolare, meno della media europea (0,8%) e delle principali economie come Germania (0,9%) e Francia (0,8%).

Le proposte di Assoambiente – Per accelerare la transizione verso un’economia circolare matura, Assoambiente propone un piano in cinque punti:

  • Rimuovere gli ostacoli burocratici per uniformare le normative dell’end of waste.
  • Riconoscere il contributo del riciclo alla decarbonizzazione.
  • Promuovere una rivoluzione fiscale a favore del riciclo.
  • Incentivare investimenti mirati al miglioramento tecnologico.
  • Ridurre la dipendenza da materie prime critiche e dall’energia importata.

Un’opportunità strategica – “L’industria del riciclo oggi può rivelarsi strategica anche per ridurre la dipendenza del nostro Paese dall’importazione di materie prime, anche di quelle critiche e di energia da altri Paesi”, ha dichiarato Chicco Testa, presidente di Assoambiente. Secondo Testa, l’obiettivo deve essere il disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di risorse, già raggiunto da altre economie europee.

Un futuro sostenibile – L’economia circolare rappresenta una strada imprescindibile per coniugare sostenibilità e competitività economica. L’Italia, se riuscirà a colmare il divario con altri Paesi, potrà consolidare il proprio ruolo di leadership in Europa nel settore del riciclo e della gestione delle risorse.