Economia circolare, pochi italiani la conoscono e molti pensano che il Paese sia indietro
di Simone Galdi
Solo il 16% degli italiani sa che il Paese è sopra la media europea, ma la maggioranza chiede più energia pulita e green jobs
Solo il 24% degli italiani dichiara di conoscere in modo esaustivo il significato di economia circolare, mentre un quarto non ne ha mai sentito parlare. Eppure l’Italia è tra i Paesi europei con le migliori performance, anche se pochi lo sanno. È quanto emerge da una ricerca Ipsos per Legambiente, Kyoto Club e Nuova Ecologia, presentata all’Ecoforum nazionale.
Conoscenza limitata – Il concetto di economia circolare risulta familiare solo al 38% degli italiani. Una quota minima, il 24%, afferma di sapere in modo completo di cosa si tratti, mentre il 25% non ne ha mai sentito parlare. Nonostante l’impegno nazionale sul tema, la percezione collettiva appare distorta.
Percezione errata – Solo il 16% degli intervistati è a conoscenza del fatto che l’Italia ha un posizionamento migliore rispetto alla media Ue nella circolarità delle produzioni. Il dato, seppur in crescita rispetto al 2024 (quando era al 12%), rimane marginale. Il 37% degli italiani ritiene invece che il Paese sia sotto la media europea. Questo dato sale al 48% tra i giovani nella fascia 18-24 anni.
Indagine – L’indagine “L’Italia e la sostenibilità” è stata realizzata da Ipsos su un campione rappresentativo di 1.000 cittadini tra i 16 e i 75 anni, attraverso interviste online condotte tra il 5 e l’11 giugno 2025. L’iniziativa è stata presentata durante l’Ecoforum nazionale sull’economia circolare, organizzato da Legambiente, Kyoto Club e Nuova Ecologia.
Transizione ecologica – Nonostante la scarsa conoscenza del concetto di economia circolare, la visione della transizione ecologica è prevalentemente positiva. Il 79% degli intervistati ritiene che abbia effetti benefici sia sull’ambiente sia sull’economia. Il 40% prevede un aumento dei green jobs nei prossimi anni, percentuale che sale al 61% tra chi si dichiara più informato.
Richieste diffuse – Le principali richieste dei cittadini per contrastare il cambiamento climatico includono maggiori incentivi alla produzione e all’uso di energie pulite (47%) e una semplificazione delle procedure autorizzative per gli impianti da fonti rinnovabili.
Nucleare – Sul fronte nucleare, la posizione è netta: il 91% degli intervistati non vuole impianti nelle vicinanze. Quanto ai benefici del nucleare, il 37% ritiene che potrebbero arrivare solo fra vent’anni, mentre il 25% pensa che non si concretizzeranno mai.
Proposte operative – Durante l’EcoForum sono state avanzate tre proposte per un Clean Industrial Deal italiano centrato sull’economia circolare. In primo luogo, la velocizzazione degli interventi del Pnrr legati alla raccolta differenziata e al riciclo. In secondo luogo, la semplificazione dell’approvazione dei decreti End of Waste, per rendere più agevole il recupero di materie prime seconde nei cicli produttivi. Infine, il potenziamento dei controlli ambientali, completando i decreti attuativi della legge 132 del 2016 che ha istituito il Sistema nazionale di protezione ambientale.
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