Economia circolare, la Commissione Ue apre una consultazione pubblica sul nuovo atto
di Simone Galdi
Fino al 6 novembre cittadini e imprese potranno inviare osservazioni per contribuire alla definizione del Circular Economy Act
La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere contributi sul Circular Economy Act, il provvedimento atteso nel 2026 per rafforzare il mercato unico delle materie prime seconde e promuovere l’economia circolare nell’Unione.
Obiettivi – Il Circular Economy Act mira a creare un mercato unico per le materie prime seconde, comprese quelle critiche, e a incrementare offerta e domanda di materiali riciclati di qualità. Secondo Bruxelles, il tasso di utilizzo circolare della materia è rimasto sostanzialmente fermo negli ultimi tredici anni: dal 10,7% del 2010 all’11,8% del 2023. La Commissione attribuisce questa stagnazione alla frammentazione normativa tra gli Stati membri, che ostacola la competitività dei materiali riciclati rispetto alle materie prime vergini.
Barriere – Tra gli ostacoli indicati figurano i costi più alti dei materiali riciclati, che non tengono conto del risparmio sulle esternalità negative legate all’estrazione, alla lavorazione e alla raffinazione delle risorse. A ciò si aggiunge il problema dei flussi di rifiuti illegali e non tracciati, che spesso vengono esportati o smaltiti in modo improprio, con perdita di materie prime che finiscono incenerite o in discarica.
Misure previste – Le proposte del Circular Economy Act si articoleranno intorno a due pilastri. Il primo riguarda i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che crescono del 2% ogni anno e di cui oggi viene riciclato circa il 40%. La Commissione valuta di rivedere le norme esistenti per semplificarle e renderle più efficaci, con l’obiettivo di aumentare i tassi di raccolta e di recupero delle materie prime critiche in essi contenute.
Mercato unico – Il secondo pilastro prevede interventi per sviluppare un mercato unico dei rifiuti, delle materie prime secondarie e del loro impiego nei prodotti. Tra le misure ipotizzate figurano la riforma dei criteri “end of waste”, l’estensione dei regimi di responsabilità estesa del produttore e la definizione di criteri per gli appalti pubblici, così da incentivare l’acquisto e la fornitura di beni e prodotti circolari.
Impatto climatico – La Commissione sottolinea che le pratiche di economia circolare sono indispensabili per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con un potenziale contributo stimato tra il 20% e il 25% della riduzione complessiva delle emissioni. La consultazione è aperta a cittadini, imprese e organizzazioni della società civile. I contributi possono essere inviati attraverso il portale dedicato entro il 6 novembre.
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