Economia circolare, in Europa tanti progressi ma risultati ancora lontani dagli obiettivi
di Sagal
L’Agenzia europea per l’ambiente evidenzia successi limitati: tasso di riciclo fermo e consumi sopra i limiti sostenibili
L’Europa si colloca tra le aree del mondo più avanzate sul tema dell’economia circolare, ma i progressi fatti non bastano a garantire un futuro sostenibile. L’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), nel suo rapporto “L’economia circolare europea in fatti e cifre”, sottolinea che, nonostante i successi, il continente consuma ancora troppe risorse e produce troppi rifiuti.
Produttività delle risorse – Tra i risultati positivi evidenziati dall’AEA c’è l’efficienza nell’estrazione di valore dalle risorse. L’Europa raggiunge una produttività di oltre 2 euro per chilogrammo di materia, un dato superiore di 2,5 volte alla media mondiale. Anche il riciclo si distingue: quasi la metà dei rifiuti prodotti viene riciclata, un tasso superiore a molte altre regioni globali. Tuttavia, il tasso complessivo di circolarità, pari all’11,8%, resta insoddisfacente.
Consumi europei – Ogni cittadino europeo consuma in media 14 tonnellate di materiali e genera 5 tonnellate di rifiuti all’anno, tra i livelli più alti a livello globale. La produzione di rifiuti alimentari, pari a 70 chilogrammi per persona, e l’aumento degli impatti ambientali sono indicatori di un modello insostenibile. L’AEA sottolinea che il consumo eccessivo oltrepassa i confini planetari, richiedendo un cambio radicale nei comportamenti individuali e collettivi.
Imprese e mercati – Le aziende europee iniziano a integrare pratiche di economia circolare nei loro modelli di business, ma restano ancora una minoranza. I settori più avanzati sono nicchie che, sebbene promettenti, non riescono a incidere significativamente sulla riduzione dell’impatto ambientale complessivo. Secondo l’AEA, occorrono politiche più incisive per incentivare le imprese e adeguare l’offerta alle esigenze del Pianeta.
Priorità politica – Il rapporto dell’agenzia insiste sulla necessità di accelerare la transizione verso modelli economici circolari. Sebbene i Paesi europei abbiano ottenuto un parziale disaccoppiamento tra crescita economica e utilizzo delle risorse, gli impatti ambientali globali continuano a crescere. “L’attuazione delle politiche deve essere più incisiva, con un maggiore sostegno finanziario e la diffusione di modelli di consumo e produzione circolari”, afferma l’AEA.
L’urgenza di una svolta è ormai chiara: accelerare la transizione verso un’economia circolare non è solo una necessità ambientale, ma una priorità politica per il futuro del continente.
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