E’ sempre più assurdo non volersi vaccinare
di Paolo Lingua
Anche se, in parte, è stata una battura provocatoria, non ha torto il professor Bassetti: piuttosto che fare assurde polemiche contro il “green pass” tanto varrebbe rendere obbligatorio il vaccino. E in effetti, al di là dell’autorità scientifica dell’insigne infettivologo genovese, sino a questo momento soltanto la diffusione del vaccino in doppia dose ha ridimensionato, in maniera vistosa, il diffondersi della pandemia nel nostro Paese (e anche altrove: il permissivismo, invece, ha provocato solo nuove pondate di infezioni). Queste riflessioni, solo apparentemente banali, emergono con energia in questi giorni, ma verrebbe da dire in queste ore, nelle quali i “no vax” insistono nella loro assurda polemica, allargando le loro proteste in ambiti di lavoratori che dovrebbero essere invece attenti e consapevoli, non fosse che per la loro storia e per il loro ruolo sociale. Il riferimento evidente è ai portuali, da Trieste che è la capitale della rivolta sino a Genova, dove i portuali hanno il Dna sociale più remoto e, verrebbe da dire, quasi aristocratico. In questa chiave la protesta, la contestazione e gli scioperi di Trieste appaiono assurdi e senza senso. Non si capisce perché i portuali e una parte dei trasportatori rifiutino di vaccinarsi. In nome d’una confusa libertà politica e d’una ancor più confusa ignoranza scientifica. Anche perché l’assembramento ai tamponi – che vanno ripetuti più volte la settimana e hanno un certo costo – appare ancora più assurdo e irrazionale. Quello che non è accettabile è l’accesso al lavoro senza nessun controllo, perché a questo punto, a volerla buttare in politica, si lede la libertà e il diritto alla salute ( principio della nostra Costituzione ) degli altri cittadini e lavoratori. E non è neppure giusto che le aziende – anche se qualcuna si è piegata – paghino per quei dipendenti che non si adeguano alle regola alle quali si adattano la schiacciante maggioranza dei loro colleghi. Certo, ci sono aspetti concreti e operativi da mettere a punto, quali quelli dei trasportatori che arrivano dall’Est e sono stati vaccinati con lo Sputnik. E’ giusto trovare per loro una soluzione pratica, anche perché non sono negazionisti. Ci sono poi questioni riguardanti quei lavoratori provenienti dall’Africa o dall’Oriente che magari sono sotto il caporalato nell’agricoltura e non sono mai stati vaccinati. In questi casi occorre trovare soluzioni drastiche e dirette. Ma non è giusto che il mondo del lavoro – pubblico e privato – si pieghi ai capricci e alle velleità anarcoidi (e anche reazionarie) di chi si impunta a dire no al vaccino, che è la stessa cosa che dire no al “green pass”. Alla sessa stregue anche il governo deve opporsi a qualunque richiesta assurda. Ma ci sono dati che emergono e che fanno riflettere: le percentuali di poliziotti e di carabinieri non vaccinati sono molto più alte del prevedibile. I loro comandi debbono per forza intervenire. Come è possibile che l’ordine in piazza ma anche soltanto il traffico e i controlli siano gestiti da agenti o militari non vaccinati? Pur trovando ragionevole la politica rigorosa del governo Draghi sul no ai vaccini gratuiti e a non concedere nessun compromesso nei confronti di chi rifiuta il vaccino, è indubbio che per evitare blocchi nel mondo del lavoro e in particolare al rischio che merci importanti e delicate restino bloccate vista l’agitazione nei porti occorrerà mettere a punto alcuni provvedimenti sbloccanti perché è rischioso compromettere la ripresa economica del Paese che, in molti settori, è ricominciata. Ovviamente non c’è spazio per la permissività, ma occorrerà conciliare la sicurezza sanitaria con le sorti della nostra economia. Ma occorre, a tutti i livelli, ancora un colpi di reni per la riprese delle vaccinazioni per completare chi non ha ancora provveduto. Nel frattempo sarà importante seguire quei cittadini che si avviano perso il terzo vaccino (fragili, sanitari e over 80) anche perché si attende anche un avvio degli over 60. E questo potrebbe essere davvero da qu9i alla prossima primavera il salto di qualità
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