Dopo il caso Rixi l'avvenire politico è sempre più intricato
di Paolo Lingua
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Il Punto di Paolo Lingua
La condanna di Edoardo Rixi per la vicenda delle “spese pazze” quando era consigliere regionale era molto probabilmente scontata, non fosse altro che per il battage che si era formato sul suo “caso” specifico per la questione delle dimissioni. Rixi, come era prevedibile, s’è dimesso immediatamente da viceministro, per evitare all’amico Salvini (che lo aveva scelto come suo vicesegretario nazionale della Lega) problemi di governo, considerato che il M5s, da sempre favorevole alle dimissioni di chi è coinvolto in questioni giudiziarie, aveva già proclamato la richiesta di dimissioni.
Sul piano nazionale la situazione è ferma a questo punto, ma è indubbio che la Lega dovrà immettere nuovi nomi nel dicastero retto da Danilo Toninelli, dopo le dimissioni del sottosegretario Armando Siri e ora di Edoardo Rixi, viceministro e punto di riferimento dei rapporti tra il Governo e la Liguria.
Rixi ha sempre goduto, oltre che della stima di Salvini, anche di un rapporto referenziale privilegiato con il presidente della Regione Giovanni Toti e con il sindaco Marco Bucci. Rixi s’è mosso in quasi tutte le occasioni cruciali per accelerare i lavori per la ricostruzione del Ponte Morandi (anche in alternativa con il suo stesso ministro Toninelli) e per tutto quanto riguardava i temi dei porti liguri e di tutti gli aspetti nazionali dello shipping.
Rixi è sempre stato considerato un leghista “moderato” (proviene da una famiglia ligure collegata alle radici democristiane) e con rapporti privilegiati al mondo imprenditoriale, tanto è vero che si è sempre battuto per accelerare i lavori del Terzo Valico e anche per sviluppare la complessa pratica della Gronda autostradale.
Alla fin dei conti, al di là delle valutazioni processuali collegate alla vicenda delle cosiddette “spese pazze”, per la Liguria la sua condanne e le sue relative dimissioni sono una “perdita” sul piano pratico proprio per l’azione a favore delle attività economiche di Genova e del territorio. Rixi ovviamente andrà in appello e in cassazione, ma in questo periodo dovrà per forza di cose tenere un profilo più basso.
Dal consiglio regionale ha annunciato la sua uscita il consigliere di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, battagliero polemista nel settore della sanità, mentre andranno sospesi altri ex consiglieri regionali, oggi diventati sindaci. La situazione, anche sul piano amministrativo e operativo, crea stop e situazioni complicate, in un momento di grandi incertezze, proprio mentre non si sa e non si capisce quello che potrà succedere nella prossime settimane.
La situazione del Governo, al di là delle dichiarazioni di Matteo Salvini di volerlo tenere in piedi a tutti i costi, non è delle più semplici e delle più chiare. Anche se tutte le dichiarazioni di area governativa tendono in apparenza a minimizzare il richiamo dell’Europa ai conti pubblici italiani, la situazione è pesante per non parlare di tutti i temi (dalla grandi opere alla flat tax) sui quali la Lega e i “grillini” sono in completo disaccordo.
Il Governo ondeggia e barcolla, al di là delle dichiarazioni di tutti i protagonisti di voler tirare diritto. C’è certamente un punto assai delicato dove le valutazioni e le previsioni si esauriscono: un voto in autunno sarà una crescita per Salvini oppure una battuta d’arresto?
E i “ grillini” non temono un calo ulteriore, considerato che stanno emergendo nel loro interno pesanti contrasti? Ma le differenti strategie di governo porteranno a una faticosa ricucitura quantomeno provvisoria oppure scateneranno la spaccatura che, a dire la verità, il mondo imprenditoriale, quello sindacale e l’establishment auspicano da più di un anno? Anche la recente vicenda giudiziaria sulle “spese pazze” ha indirettamente una influenza che porta alla crescita delle incertezze. Ora la parola definitiva tocca alla legge finanziaria.
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