DL Infrastrutture: approvato l’emendamento “salva-porti”: più flessibilità ai Piani regolatori. Rixi:"Non riguarda caso Spinelli"
di Carlotta Nicoletti
L’opposizione parla di norma ad personam
Le commissioni Trasporti e Ambiente della Camera hanno approvato un emendamento al decreto Infrastrutture che modifica le regole dei Piani regolatori portuali. Secondo il governo, si tratta di una misura di sistema per evitare ricorsi e rigidità; per i critici è invece un provvedimento cucito su misura per il gruppo Spinelli, attualmente coinvolto in una battaglia legale a Genova.
Flessibilità – L’emendamento estende la “funzione caratterizzante” alle intere aree portuali e non più solo alle singole porzioni in concessione. Una modifica che, secondo il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, renderà i Piani regolatori “meno ingessati” e più adattabili ai cambiamenti dei traffici.
Polemica – Nonostante Rixi abbia precisato che la norma “non si applica ai procedimenti pendenti o passati in giudicato”, le opposizioni e diversi osservatori l’hanno ribattezzata “salva-Spinelli”, ritenendo che possa influenzare indirettamente situazioni simili in tutta Italia.
Il caso – A Genova, il gruppo Spinelli è stato oggetto di un ricorso vinto dal terminal Sech per l’uso di un’area a traffico container non prevista dal Piano regolatore del 2001. Una vicenda che rischia di ripetersi: “Sono almeno una dozzina le concessioni a rischio”, ha affermato Beppe Costa, presidente dei terminalisti genovesi.
Scenario – La nuova norma punta a prevenire futuri scontri legali tra operatori portuali e ad aggiornare gli strumenti urbanistici alle dinamiche del mercato. Ma resta aperta la questione sulla sua reale portata e sugli effetti retroattivi percepiti da molti nel settore.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie
Genova, primo rifornimento a GNL per GNV: svolta nella transizione energetica dei traghetti
04/12/2025
di Carlotta Nicoletti
