Digitalizzazione all’italiana, il debutto flop di patente e tessera sanitaria sullo smartphone

di Matteo Cantile

2 min, 5 sec

Pubblicizzata come un passo verso il futuro la possibilità di caricare i documenti sul telefonino appare già un miraggio

Digitalizzazione all’italiana, il debutto flop di patente e tessera sanitaria sullo smartphone

Questa mattina ho scritto personalmente un articolo titolato così: "Novità, da oggi patente e tessera sanitaria si possono caricare sullo smartphone: ecco come". Travate il testo completo a questo LINK

Penso che nel 2024 questa sia una buona notizia, ancorché tardiva: sul telefonino abbiamo tutto, dalle fotografie più intime alla carta di credito, continuare a portarsi dietro dei documenti di riconoscimento di carta o plastica (io ho ancora la vecchia carta d'identità, quella chi si sfarina solo a guardarla) è un paradosso. Ci sono, è vero, i complottisti che ritengono che mettere tutto online sia un pericolo per la nostra privacy (che è quella che proteggiamo con scrupolo georeferenziandoci ovunque sui social network...), ma io dei complottisti me ne frego e nella libertà di ciascuno trovo giusto che, chi lo desideri, possa lasciare a casa il documento e mostrarlo, alla bisogna, estraendo lo smartphone dalla tasca. 

A questo propostito vi risparmio il pistototto sulla mia assoluta contrarietà al documento d'identità, posizione che riflette la mia incorreggibile anglofilia: in Gran Bretagna è impensabile che io abbia bisogno di dimostrare di essere me stesso, per questo la carta d'identità non esiste. Siamo in Italia, conformiamoci alle regole dunque, ed è positivo che si cerchi di semplificarle.

Però, appunto, siamo in Italia. E il sistema che è stato lanciato questa mattina in pompa magna e che io stesso ho deciso di pubblicizzare sul nostro sito, non funziona. Ho seguito la procedura ma, come spesso accade, "si è verificato un errore". L'ente che emette le versioni digitali dei documenti - si legge nel messaggio del sistema - sta riscontrando dei problemi ed è già al lavoro per risolverli".

Ora, immaginate che Telenord lanci la nuova app, la pubblicizzi ai quattro venti, e nel giorno convenuto per il lancio questa non funzioni: non sarebbe un disastro? Al webmaster tremerebbero i polsi? In redazione ci guarderemmo smarriti negli occhi? Certo. Del resto siamo in un'azienda privata e ogni errore diventa imperdonabile.

Avete mai visto l'app di Amazon promettere una cosa e poi non farla? Oppure Ebay o qualunque altro fornitore privato di servizi online?

Salteranno delle teste, stamattina, in qualche ministero? In quel misterioso ente che emette "i documenti digitali" si stanno strappando i capelli? O ci rassegnamo come al solito all'incapacità del sistema pubblico? "Oh Cantile, cosa rompi, metti in tasca il portafoglio e fai come si è sempre fatto".

Si, mi sa che finirà così.