Diga Genova: Procura europea indaga su Signorini

di steris

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L'accertamento avviato su segnalazione dell'Autorità nazionale anticorruzione

Diga Genova: Procura europea indaga su Signorini

La Procura Europea ha notificato all'ex presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, l'atto di proroga delle indagini su una gara d'appalto poi trasformata in una procedura negoziata, che secondo l'ANAC presenta gravi irregolarità amministrative e penali. L'appalto riguardava la costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova.
 

I reati ipotizzati - secondo quanto riportato nell'edizione genovese de La Repubblica - includono turbativa d'asta, falso e malversazione, quest'ultima accusa coinvolgendo non solo funzionari pubblici ma anche soggetti privati.  Signorini, arrestato il 7 maggio 2024 nell'ambito di un'inchiesta per corruzione in Liguria, ha patteggiato una condanna a tre anni e cinque mesi per il reato di corruzione. Hanno patteggiato anche l'imprenditore portuale Aldo Spinelli e l'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, uno dei soggetti su cui secondo il quotidiano "la Procura Europea sta conducendo approfondite indagini".
 

Nel settembre 2021, durante una telefonata intercettata, Toti informava Spinelli che l'appalto da 1,3 miliardi, finanziato dal Piano Nazionale degli Investimenti Complementari al PNRR, sarebbe stato vinto da Salini (Pietro, amministratore delegato di Webuild), Fincantieri, Fincosit e Sidra. Un'affermazione che si rivelò profetica, dato che la gara per l'assegnazione sarebbe stata avviata solo nel giugno 2022, mentre il consorzio Breakwater, composto dalle quattro imprese, sarebbe stato proclamato vincitore il 12 ottobre.
 

Le indagini della Procura Europea si basano su un dossier dell'ANAC, che nella sua delibera del marzo 2024 aveva sottolineato le anomalie nella procedura di affidamento gestita dall'Autorità portuale. Dopo un avviso esplorativo, erano arrivate due manifestazioni di interesse, da parte dei consorzi Eteria e Breakwater-Webuild. Tuttavia, quando nel giugno 2022 è stato chiesto di presentare le offerte, nessuno si è fatto avanti, probabilmente a causa dell'aumento dei costi delle materie prime, scatenato dalla guerra in Ucraina.
 

Secondo l'ANAC, a quel punto sarebbe stato necessario avviare una nuova procedura con un nuovo avviso esplorativo, ma l'Autorità portuale ha scelto di optare per una trattativa negoziata, limitando così la concorrenza, visto che i prezzi sono stati rinegoziati con Webuild ed Eteria, infrangendo il principio di parità di trattamento.

Altri indagati - Anche due responsabili del procedimento sono indagati dalla Procura europea nell'inchiesta sulla costruzione della nuova diga foranea. Anche le due figure tecniche hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini.
Nelle prossime settimane i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria stileranno una nuova relazione che poi depositeranno nell'ufficio torinese del pm Adriano Scuderi dell'Eppo. A quel punto deciderà se proseguire gli accertamenti ed eventualmente indagare altre persone o se chiedere un'archiviazione del fascicolo.

Il commento di Simone D'Angelo (Pd) - "La gestione della nuova Diga di Genova è uno scandalo che si allarga ogni giorno di più. Dopo le irregolarità sugli appalti, i ritardi, gli extracosti, ora arrivano gli avvisi di garanzia della Procura Europea per turbativa d’asta, falso e malversazione. È inaccettabile che l’opera più grande del PNRR, che avrebbe dovuto rappresentare il rilancio del porto e dell’economia genovese, sia diventata il simbolo di una politica opaca, dove gli interessi di pochi hanno avuto la meglio sul bene comune. La Regione Liguria e le istituzioni coinvolte non possono più far finta di nulla. Serve trasparenza, servono risposte. Per questo ho presentato una richiesta di convocazione urgente di una Commissione Consiliare: vogliamo fare piena luce su questa vicenda e capire chi ha permesso che si arrivasse a questo punto. Chi ha governato questo processo deve assumersi le proprie responsabilità, così come chi oggi continua a minimizzare. Non possiamo accettare che una grande opera pubblica si trasformi nell’ennesimo cantiere bloccato tra extracosti, inchieste e promesse mancate.  Genova e la Liguria meritano serietà, competenza e un’Amministrazione che metta al primo posto l’interesse della città, non i favori agli amici". Così Simone D'Angelo, consigliere regionale Pd e segretario metropolitano Genova del partito.

 

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