Diga foranea di Genova, Rixi: "La realizzazione sia affidata a imprese italiane"

di Pietro Roth

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E dopo le polemiche l'intesa del porto con i cinesi potrebbe slittare o assumere forme meno impegnative

Diga foranea di Genova, Rixi: "La realizzazione sia affidata a imprese italiane"
Affidare la realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova ad imprese italiane. Lo chiede Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti con delega ai porti, commentando la notizia di come China Communications Construction Company abbia partecipato al bando di gara di Invitalia per la sua progettazione, mentre a breve firmerà un'intesa con l'AdSP del Mar Ligure Occidentale per un supporto tecnico per le infrastrutture che si realizzeranno nello scalo. "Per la realizzazione della nuova diga foranea il Governo punta ad affidarla ad aziende italiane, come è successo per la ricostruzione di ponte Morandi - ha detto Rixi a margine degli Stati Generali della Logistica del Nord Ovest andati in scena a Milano in Palazzo Lombardia - Sulla parte della progettazione si può discutere ma non credo sia un punto all'ordine del giorno. Quello che interessa a noi è chiudere dei patti di cornice che impediscano quello che è già successo in questo Paese: il 5G ad esempio è entrato nell'agenda già con il governo Letta, non è un tema di oggi. E per quanto riguarda le infrastrutture ci sono già terminal gestiti anche da società cinesi, ci sono diversi insediamenti produttivi già operativi. Noi dobbiamo dare tranquillità e trasparenza su rotte che possono essere strategiche, ma di certo vogliamo evitare che porti italiani possano fare la fine del Pireo". Intanto, non è escluso che la firma della joint venture fra il sistema portuale di Genova e Savona e CCCC possa slittare o assumere altre forme, meno impegnative, dopo le polemiche geopolitiche che sono nate negli ultimi giorni. "L'accordo bilaterale e i singolo memorandum sono al vaglio del Governo e aspettiamo di vedere quali sono le decisioni - spiega il presidente dell'AdSP Paolo Emilio Signorini -  Abbiamo presentato alcune possibilità di cooperazione, ma non c'è nulla di male se a livello governativo per considerazioni di opportunità si voglia prendere un momento di riflessione in più, è normale data anche l'importanza della cooperazione. A livello globale questa è ormai un dato di fatto e il processo è avviato in tutto il mondo, il presidente cinese dopo l'Italia andrà in Francia e anche lì firmerà accordi di vario genere. Abbiamo ipotizzato varie forme di collaborazione, fra cui la joint venture che è quella più strutturata. Se ci fossero ostacoli in questo senso, valuteremo come sfruttare altre opportunità".