Detenuto aggredisce tre agenti nel carcere della Spezia, allarme su sicurezza e carenza personale

di M.C.

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Nuova aggressione nella casa circondariale ligure, il SAPPE chiede strumenti, protocolli aggiornati e carceri dedicate per i detenuti violenti

Detenuto aggredisce tre agenti nel carcere della Spezia, allarme su sicurezza e carenza personale

Un’aggressione da parte di un detenuto nei confronti di tre agenti di polizia penitenziaria ha riacceso le preoccupazioni sulla sicurezza all’interno della casa circondariale della Spezia. L’episodio si è verificato martedì 18 marzo e ha visto coinvolto un detenuto tunisino, già protagonista il giorno precedente di un altro episodio violento.

Ricostruzione dell’evento – Secondo quanto riferito da Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), l’uomo ha tentato di aggredire un altro detenuto al di fuori della Sezione. Grazie alla sua imponente corporatura è riuscito a forzare un cancello interno urtandolo con il corpo. I tre agenti intervenuti per bloccarlo sono stati scaraventati a terra, e due di loro sono stati successivamente refertati presso l’ospedale della Spezia.

Precedenti e contesto – Il giorno prima della nuova aggressione, un altro poliziotto penitenziario aveva riportato una lesione alla mano in un analogo episodio riconducibile allo stesso detenuto. Tristaino ha parlato di “senso di impunità talmente alto da portare ad aggressioni anche nella quotidianità del carcere”, sottolineando la gravità della situazione.

Carenze strutturali – Oltre alla pericolosità di singoli soggetti, a preoccupare è la carenza di personale all’interno dell’istituto spezzino. Per il SAPPE, si tratta di un problema strutturale che espone il personale a rischi continui e rende difficile mantenere standard adeguati di sicurezza.

Appello del sindacato – Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha ribadito la necessità di tutele operative e strumenti adeguati. “Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, nuovi strumenti come bodycam e Taser, nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”, ha affermato. Per Capece, il problema è aggravato da normative ritenute troppo permissive, come il regime aperto e la cosiddetta vigilanza dinamica.

Richieste al Governo – Capece propone l’adozione di misure più severe nei confronti dei detenuti protagonisti di gravi episodi violenti. Tra le proposte, anche quella di destinare carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa alla gestione dei detenuti più pericolosi. “A questo senso di impunità devono corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci”, ha concluso.

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