Derby del Tigullio, 18 daspo emessi per i responsabili dei disordini
di Redazione
La Polizia di Stato ha identificato e sanzionato i tifosi coinvolti nei disordini del derby del Tigullio tra Virtus Entella e Sestri Levante, disputato lo scorso marzo. Il Questore di Genova, a seguito di una complessa attività istruttoria della Divisione Anticrimine, ha emesso 18 provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (daspo), di cui cinque della durata di 5 anni e tredici di 1 anno, per un totale complessivo di 38 anni. I destinatari dei provvedimenti hanno età compresa tra i 19 e i 56 anni.
Gli episodi violenti erano iniziati già prima della partita, quando alcuni ultrà del Sestri Levante, a bordo delle navette dirette allo stadio, erano scesi lungo il percorso nel tentativo di affrontare i tifosi dell’Entella. L’intervento immediato delle forze dell’ordine aveva evitato lo scontro. Durante la partita, la tensione era ulteriormente aumentata per uno striscione esposto dai tifosi dell’Entella con la scritta “Uccideteli”.
Al termine del match, alcuni tifosi locali, coperti da cappucci e sciarpe e armati di aste, avevano cercato ripetutamente il contatto con i tifosi ospiti mentre questi venivano riaccompagnati in stazione. Nonostante le tempestive azioni di contenimento della Polizia, alcuni soggetti avevano reagito lanciando oggetti contundenti e artifici pirotecnici, ferendo quattro operatori con prognosi dai 5 ai 30 giorni.
Le indagini, condotte da DIGOS e Commissariato di Chiavari, hanno permesso di identificare i 18 responsabili – nove tifosi per ciascuna squadra – grazie all’analisi incrociata delle telecamere cittadine e dei filmati della Polizia Scientifica. Gli indagati sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per reati che spaziano dal danneggiamento alle lesioni personali, restando valida la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva.
Per i soggetti recidivi, già destinatari di precedenti daspo, è stato disposto l’obbligo di presentazione presso l’Ufficio di Polizia durante le partite, per tutta la durata della misura preventiva, con un minimo di cinque anni. Altre posizioni sono ancora al vaglio.
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