Delitto del trapano, prelevato il Dna ai fratelli del sospettato

di Stefano Rissetto

1 min, 2 sec

I nuovi accertamenti servono a verificare che i profili genetici raccolti all’epoca non siano riconducibili a un familiare di Verduci

Delitto del trapano, prelevato il Dna ai fratelli del sospettato

Prosegue l’indagine sull’uccisione di Luigia Borrelli, l’infermiera che nel 1995 fu trovata senza vita nel suo appartamento di vico Indoratori a Genova, vittima di un’aggressione feroce culminata nell’uso di un trapano. Nelle ultime ore i tre fratelli di Fortunato Verduci — il carrozziere sessantacinquenne attualmente indagato come possibile responsabile del delitto — si sono presentati negli uffici della pm Patrizia Petruzziello per sottoporsi al prelievo del Dna. L’operazione è stata eseguita dal generale Luciano Garofano, consulente tecnico della procura.


Questi nuovi accertamenti, che precedono la chiusura del fascicolo prevista a breve, servono a verificare che i profili genetici raccolti all’epoca non siano riconducibili a un familiare di Verduci, nonostante le somiglianze riscontrate.


Verduci rimane in libertà: gip, tribunale del Riesame e Cassazione hanno infatti rigettato la richiesta di custodia cautelare presentata dalla procura, sostenendo che, pur in presenza di indizi significativi, è trascorso un lasso di tempo molto ampio — oltre trent’anni. L’uomo era emerso come sospetto dopo il confronto con una traccia di sangue rinvenuta sulla scena, geneticamente compatibile con quella di un parente detenuto nel carcere di Brescia. Secondo l’ipotesi accusatoria, gravato da dipendenza dal gioco e da pesanti debiti, Verduci avrebbe aggredito e derubato la donna dopo averla colpita con estrema violenza.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.