Decolla il “nuovo” Galliera: fermo per ora il quadro ospedaliero ligure
di Paolo Lingua
Se non ci saranno nuovi blocchi o zeppe, entro il prossimo ottobre, decolleranno i lavori per la ricostruzione e la ristrutturazione dell’ospedale Galliera, che è una realtà di primaria importanza e strategica per la sanità ligure. Anche nella storia recente, il Galliera ha avuto sempre, dal punto di vista medico e di servizio, punte emergenti e alta qualità professionale. I problemi di gestione sono invece, con il tempo, rimasti legati all’età della struttura. Come è noto il Galliera ha più di 120 anni ed è frutto della donazione degli omonimi duchi, grandi benefattori della città (anche per gli interventi nel porto e in altri settori di carità e di solidarietà): l’edificio ha la necessità d’una ristrutturazione e di una riorganizzazione.
Il progetto prevede oltre 400 posti letto. Disposti in una Razionalizzazione di collocazione interna rispetto all’attuale situazione un po’ disordinata. Con una speso di poco meno di 200 milioni, nel volgere di quattro anni tutti i lavori saranno completati e Genova potrà contare davvero su una eccellenza in tutti i sensi, superando le opposizioni e i ricordi di gruppetti di residenti di Carignano. In termini politici la ristrutturazione ha avuto per la verità il sostegno sia delle giunte di centrosinistra, sia della attuale di centrodestra, con la sola posizione critica del M5s. E’, invece, molto importante che il Galliera, che è il centro ospedaliero di maggior prestigio dopo San Martino in Liguria, abbia un futuro di rilancio, considerata anche la sua posizione strategica nel cuore della città. Resta complessa la prospettiva sul riassetto della sanità in Liguria per i prossimi anni. Il presidente della Regione, Giovanni Toti, dopo la netta vittoria elettorale, ha assunto la responsabilità del settore e quindi si giocherà politicamente la carta più delicata.
Si annunciano le realizzazioni di nuovi ospedali sul territorio: il Felettino nella provincia della Spezia, quello di Arma in provincia di Imperia. Poi c’è un discorso aperto ma non ancora chiaro per quel che riguarda gli Erzelli, a Genova. La altura che sovrasta l’autostrada ed è molto vicina all’aeroporto, ha solo poche imprese presenti e da anni attende di essere occupata dalla Facoltà di Ingegneria e dall’ospedale del Ponente. Queste due realtà implicherebbero l’arrivo (necessario) di strutture di servizio: bar, ristoranti, attività ludica. E forse addirittura abitazioni come indicava il primo progetto che riguardava appunto il progetto degli Erzelli. Sono già trascorsi molti anni senza arrivare a risultati concreti. Il nuovo Rettore ha ripreso il discorso per il trasferimento di Ingegneria (e Architettura), anche se il progetto (poco amato dai docenti e anche da gran parte degli studenti) prevede ancora tempi lunghi per puntualizzare il piano urbanistico e l’impegno finanziario.
Al tempo stesso, non sono chiari neppure i tempi per costruire il nuovo ospedale. Un bando che puntava in un primo momento a un ospedale privato che poi avrebbe stipulato un contratto di servizio pubblico, come è noto, è andato a vuoto. Ora, occorre fare chiarezza su tutti gli aspetti di un progetto per ora campato in aria. Tra l’altro, se gli Erzelli non realizzeranno un sistema di trasporto di grande efficienza, tutti progetti rischieranno di restare lettera morta. Sempre restando nel campo ospedaliero restano non pochi punti interrogativi. Come saranno sistemati i piccoli ospedali del territorio extra genovese? Saranno trasformati in specializzazioni visto che non sembra possibile puntare a troppe attività ripetitive collocate a pochi chilometri una dall’altra? Ci saranno centri di prima assistenza per affrontare i casi meno gravi? Saranno potenziati i pronto soccorso il cui ruolo, specialmente dopo l’esperienza della pandemia, ha dimostrato una grande importanza strategica e funzionale? Si è in attesa d’una piano strategico regionale che sia pratico e concreto e che soprattutto preveda realizzazioni in tempi rapidi. Occorre superare gli errori e le contraddizioni del passato.
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