Danesi: "La fusione Psa-Sech serve a qualcuno per mascherare il vero problema: il calo dei traffici per il coronavirus"
di Marco Innocenti
"Ci aspettiamo un -40% dal Far East già nel mese di marzo"
Con l'annuncio che l'AdSP genovese chiederà un parere anche all'Avvocatura dello Stato, la strada verso la fusione fra Psa e Sech sembra incontrare un altro ostacolo, con i quasi sicuri ulteriori ritardi che questo comporta. "L'Autorità può fare ciò che ritiene più opportuni - commenta l'ad di Psa Gilberto Danesi - Se ci saranno ritardi, li accetteremo ma le posso assicurare che Psa non morirà per questo. Ad oggi non so quali potranno essere i tempi per una decisione ma conto di saperlo entro la prossima settimana. Come ripeto, però, Psa andrà avanti lo stesso".
"Il vero problema - aggiunge Danesi - quello che nessuno affronta davvero, sono gli effetti del coronavirus perché quando mancheranno i contenitori, allora sarà un vero disastro per tutti. Questo è il vero problema, non la fusione Psa-Sech o la posizione in merito di Msc. Il vero problema sono le navi che, dal Far East, o arrivano vuote o non arrivano proprio. Le ripercussioni che arriveranno saranno tremende ma non ne parla quasi nessuno. Anzi, credo che la questione della fusione Psa-Sech serva a qualcuno per mascherare il vero problema".
"Ad oggi, gli effetti non li abbiamo nemmeno sentiti - prosegue l'ad di Psa - A febbraio abbiamo movimentato 40mila teu, un risultato del tutto in linea con il periodo, ma nel prossimo futuro ci attendiamo un calo anche del 40% dal Far East. La verità è che non sappiamo quale sarà lo scenario in cui ci andremo a muovere. E chi dice di saperlo, semplicemente, si illude o mente".
Intanto, il tema della fusione continua a tenere banco, così come gli attacchi, da un lato, ad un legge ritenuta ormai obsoleta (l'art.18 comma 7) e dall'altro ad un'operazione che qualcuno ritiene possa portare ad un vero e proprio monopolio nel porto di Genova. "Il comma 7 è sicuramente una legge superata - spiega Danesi - ma non perché lo dico io. A dirlo sono i fatti: nel porto di Anversa ci sono addirittura tre esempi e in uno di questi Psa opera in collaborazione con Msc. E' la legge europea, che credo debba essere ritenuta superiore sia a quella italiana che a quella locale. Chi grida al rischio monopolio, poi, non tiene conto di una cosa: da Livorno a Vado c'è un ampio ventaglio di possibilità fra cui scegliere. Quindi, dove sarebbe il monopolio?".
Anche Msc, però, ha dichiarato di essere interessata all'acquisizione di Sech. Danesi però dice di non essere rimasto per nulla sorpreso dalle dichiarazioni del comandante Aponte. "E perché avrei dovuto esserlo? - replica - Ognuno è libero di fare quello che vuole. Io rappresento Psa e con Msc abbiamo affari importanti in molte parti del mondo. Anche a Voltri, del resto, è un ottimo cliente. Ognuno deve percorrere la propria strada. Io poi non sono un avvocato, sono il manager di un'azienda e ho come unico obiettivo quello di sviluppare la mia azienda e di farla crescere, ottenendo degli utili. Questo è il mio compito e questo penso abbiamo fatto finora".
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