Dai gusci di mandorla nasce un fertilizzante bio: il modello circolare che fa scuola
di R.S.
Nel processo industriale della mandorla solo una piccola parte del prodotto viene realmente utilizzata
Un rifiuto agricolo può diventare un alleato dell’ambiente. È la scommessa vincente di Nitricity, giovane realtà californiana che ha sviluppato una tecnologia per produrre fertilizzanti biologici partendo dai gusci delle mandorle. Un’idea semplice e concreta, che mostra quanto il concetto di economia circolare possa trovare applicazione anche dove meno ci si aspetta.
Nel processo industriale della mandorla, infatti, solo una piccola parte del prodotto viene realmente utilizzata: da un chilo di frutti, meno di un terzo è edibile, mentre il resto – soprattutto il guscio – finisce scartato. Ma proprio quel materiale, grazie alla lavorazione sviluppata da Nitricity, può essere trasformato in un fertilizzante privo di sostanze chimiche, in grado di nutrire il terreno senza danneggiare l’ecosistema.
Il progetto ha già convinto numerosi investitori: la startup ha ottenuto un finanziamento di 50 milioni di dollari, spinta da una crescente sensibilità globale sull’impatto ambientale dell’agricoltura industriale e sull’esigenza di trovare alternative ai fertilizzanti tradizionali.
L’Italia potrebbe prendere esempio. Con una produzione di mandorle che rappresenta circa il 2% del mercato mondiale, concentrata in Sicilia e Puglia, il nostro Paese ha tutte le carte in regola per avviare iniziative simili. Un’occasione per valorizzare sottoprodotti agricoli spesso inutilizzati, ridurre gli sprechi e incentivare filiere green a km zero.
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