Turisti nel residence dei mafiosi, ma i soldi vanno allo Stato

di Fabio Canessa

2 min, 4 sec

Accade nella splendida Baia delle Favole Sestri Levante grazie alla confisca

Turisti nel residence dei mafiosi, ma i soldi vanno allo Stato
I turisti continueranno a godersi le vacanze nella splendida casa affacciata sul mare della Baia del Silenzio, a Sestri Levante, ma i soldi andranno direttamente nelle casse dello Stato. Stessa cosa accade per chi consumerà focaccia e panissa in una rosticceria nel carruggio di Sestri. Sono gli effetti della confisca dei beni per tre milioni di euro sequestrati due anni fa dalla polizia al boss della 'ndrangheta Francesco Antonio Rodà e il suo fiancheggiatore Paolo Paltrinieri in seguito all'inchiesta "I conti di Lavagna". L'indagine della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Genova aveva svelato le infiltrazioni della malavita nel Comune di Lavagna e permesso di arrestare l'ex sindaco Sanguineti e l'ex deputata Udc Mondello. L'appartamento della Baia delle Favole (nella foto in alto nel riquadro in rosso) insieme ad una lussuosa casa con garage in via Imperia, nel centro di Milano, è uno pezzi più pregiati dei beni sequestrati ai mafiosi dell'indagine coordinata dalla Dia di Genova. L'indagine accese le luci sugli interessi  della 'ndrina Rodà-Casile nella provincia di Genova e svelò i nuovi investimenti, sia immobiliari che in attività economiche nel settore delle videolottery, realizzati da Francesco Antonio Rodà, ritenuto capo della 'Locale di Lavagna', arrestato insieme ad altri tre fiancheggiatori. Fra i beni confiscati oltre ad immobili, anche autovetture di grossa cilindrata, conti correnti e deposito titoli in disponibilità degli affiliati alla 'ndrina, ma anche imprese gestite dagli stessi affiliati tramite vari prestanome a loro collegati da vincoli di parentela. Confiscati in tutto tre immobili commerciali, uno a Lavagna e uno a Sestri Levante, cinque appartamenti fra cui quello nel centro di Milano, tre a Lavagna, la casa nella Baia del Silenzio, due box siti a Milano e Lavagna, due magazzini nella via centrale di Sestri Levante, una ditta impresa individuale attiva nella ristorazione sempre a Sestri, una società attiva nel settore delle videolottery e una partecipazione in una società di scommesse con sede a Lavagna, cinque auto di lusso. Per arrivare al sequestro e alla conseguente confisca che dispone che i beni vengano affidati allo stato, gli investigatori diretti dal vice questore Marco Calì hanno effettuato lunghe e approfonditi accertamenti patrimoniali che hanno permesso di scoprire che i due capi della 'ndrina erano titolari in tutto di ben 20 conti correnti bancari. Le indagini hanno provato che in tempi e con modalità diverse i familiari di Rodà e Paltrinieri subito dopo l'arresto hanno tentato di spogliarsi di alcuni beni fra cui alcune quote di una videolottery per evitare che fossero confiscati.