Concerti e festival, l’impatto ambientale nascosto dietro la musica live
di Simone Galdi
Secondo le ricerche di ClimateSeed, un evento musicale può generare fino a 42 tonnellate di CO₂
Un singolo concerto può produrre fino a 42 tonnellate di CO₂, mentre un festival di tre giorni arriva a 500 tonnellate. È quanto emerge da un’analisi di ClimateSeed, che accende i riflettori sull’impatto ambientale degli eventi musicali e sulla necessità di strategie strutturate per ridurne le emissioni.
Emissioni elevate – Ogni concerto o festival comporta un impatto ambientale significativo, spesso poco visibile al pubblico. Secondo ClimateSeed, startup specializzata in decarbonizzazione, un evento musicale può generare fino a 42 tonnellate di CO₂, pari a circa 12,8 kg per spettatore. In termini energetici, equivale a 26 kWh pro capite. Un festival di tre giorni produce mediamente 500 tonnellate di CO₂, con emissioni che derivano da una molteplicità di fonti: scenografie, strutture temporanee, catering, alloggi, ma soprattutto trasporti.
Trasporti e alloggi – I trasferimenti degli spettatori e delle attrezzature costituiscono la principale fonte di emissioni. Seguono le attività legate alla produzione dello spettacolo: luci, suono, schermi e sistemi di climatizzazione. Anche la permanenza del pubblico per più giorni, spesso in hotel o campeggi, contribuisce all’innalzamento dell’impronta carbonica. Il dato medio per un festival multi-giornaliero è di 5 kg di CO₂ per persona al giorno.
Buone pratiche – Nonostante il quadro complesso, cresce il numero di organizzatori che si impegnano nella riduzione dell’impatto ambientale. Secondo AGF – A Greener Future, aumentano gli eventi che monitorano le proprie emissioni e sperimentano soluzioni più sostenibili, come l’uso di energia rinnovabile o il potenziamento dei trasporti pubblici locali. A livello internazionale, il tour “Music of the Spheres” dei Coldplay è stato certificato dal MIT per il monitoraggio delle emissioni. Anche artisti come Billie Eilish, Radiohead e Massive Attack hanno avviato iniziative simili.
Esempi italiani – In Italia, il concerto di Elisa a San Siro ha utilizzato biofuel HVO per alimentare il palco, con monitoraggio ambientale in tempo reale. I Pinguini Tattici Nucleari hanno promosso raccolta differenziata e mezzi pubblici. Tra i festival, Suoni Controvento in Umbria ha ottenuto la certificazione ufficiale di carbon footprint, adottando strutture leggere e crediti di carbonio certificati. Lo Sherwood Festival di Padova ha ridotto del 50% le emissioni dal 2018 e piantato alberi per la compensazione. Il Firenze Rocks mira a dimezzare consumi ed emissioni, incentivando l’uso del treno con sconti fino al 75%.
Soluzioni – La misurazione dell’impatto è il primo passo per un cambiamento strutturato. ClimateSeed propone una piattaforma digitale per la rilevazione e gestione delle emissioni, accessibile anche alle PMI. Oltre alla raccolta differenziata e all’uso di energia pulita, sono essenziali misure di compensazione certificata e il coinvolgimento attivo del pubblico.
Visione d’insieme – “Il settore degli eventi musicali sta iniziando a compiere passi concreti verso la sostenibilità – afferma Edoardo Bertin, Head of Business Development & Growth di ClimateSeed – ma la maggior parte degli eventi non misura ancora le proprie emissioni. È fondamentale lavorare in modo sistemico e trasparente, mettendo la misurazione dell’impatto al centro delle decisioni organizzative”.
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