"Comunicare la sicurezza", il convegno al Campus universitario

di Marco Innocenti

1 min, 49 sec

Fra gli ospiti anche il capo della Polizia Franco Gabrielli

Si parla di sicurezza e di comunicazione nell'aula magna del Campus universitario di Savona, se ne parla alla presenza, fra gli altri, del capo della Polizia Franco Gabrielli. Sicurezza nel suo senso più ampio ma soprattutto quale sia il metodo migliore per gestire il caos comunicativo nel quale la società di oggi diffonde sicurezza e insicurezza.

"Spesso assistiamo ad un distacco fra sicurezza reale e sicurezza percepita - spiega il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio - soprattutto oggi che viviamo nella società dei social media. Proprio per questo però è ancora più importante parlare e imparare a comunicare al meglio proprio la sicurezza. Penso alla lotta agli haters, ad esempio, ma non soltanto".

"Il concetto di sicurezza è un concetto assolutamente poliedrico - commenta invece Paolo Comanducci, rettore dell'Università di Genova - Se ne può parlare in tantissimi campi differenti e se ne discute moltissimo. Comunicare questo concetto non è quindi un senso univoco". "Sono qua per imparare anch'io - dice Fabio Fazio, chiamato a moderare l'incontro - ma credo che la sicurezza sia soprattutto una realtà percepita. Penso però che fondamentale sia il cercare di rafforzarci noi per primi, per cercare di costruirci noi forti ed essere così sicuri. Questa può essere la garanzia prima da ricercare".

"Alla base di tutti i comportamenti c'è la conoscenza - ha detto il capo della Polizia Gabrielli - e in questo approccio il tema della comunicazione è fondamentale. Essa è, di base, composta da una stazione trasmittente e una ricevente, con tutte le interferenze che ci possono essere in mezzo. Oggi viviamo un tempo nel quale le stazioni trasmittenti hanno un deficit di credibilità. Nel nostro paese, poi, le stazioni riceventi non sono sempre sensibili a interpretare correttamente i messaggi. Anzi, oggi ognuno assolve e riassume in sé tutte le competenze, in quella distorta considerazione che uno vale uno. Le competenze invece sono una ricchezza che dovremmo salvaguardare. Oggi noi abbiamo stazioni riceventi che rifuggono dalla conoscenza e fanno come il paizente che gira tanti medici finché non trova quello che gli dice ciò che lui vuole sentirsi dire".