Cielo tricolore in onore della Moto Guzzi
di Paolo Lingua
Il cielo grigio e piovoso di questo pomeriggio genovese è stato illuminato dai lampi patriottici delle frecce tricolori che hanno sorvolato la città portando una luce di gioia. Il volo delle frecce era legato a rendere onore alla memoria d’un imprenditore genovese, Giorgio Parodi, eroe dell’aviazione della prima guerra mondiale e poi ancora valoroso pilota nella seconda guerra mondiale e pluridecorato. Esponente d’una famiglia imprenditoriale storica della città, Giorgio Parodi (1897 – 1955) nel 1921 – ovvero un secolo fa – con un prestito del padre e il supporto d’un amici pilota a sua volta, Carlo Guzzi, fondò a Genova la leggendaria Moto Guzzi, una azienda che ha segnato la storia economica della città, ma anche in un’epoca in cui gli italiani imparavano a muoversi con motori autonomi per lavoro e per divertimento, modificò il costume e maniera di vivere. Ma creò anche una economia fiorente e posti di lavoro.
Strane storie si intrecciano a Genova: nel secondo dopoguerra, esattamente con un singolare rapporto tra cultura dell’aviazione e fenomeno a due ruote, in un’altra impresa del territorio, la Piaggio, nacque la Vespa. E anche in questo caso, Genova fu protagonista. La Moto Guzzi è entrata ormai nella storia e nella leggenda perché per un secolo ha perseguito sia la via del prodotto popolare (chi non ricorda il “guzzino” e il “galletto” motocicli amati dai giovani e dai meno giovani per decenni?), sia la via della moto da competizione sportiva e di campionati mondiali. L’azienda ha attraversato una lunga e complessa storia anche quando è approdata a Mondello sul Lario nel 1950. Vale la pena ricordare che alcuni anni dopo ne fu l’amministratore delegato un altro manager genovese, Luciano Francolini, che ebbe sempre importanti incarichi nel corso d’una lunga carriera (Lanerossi e banche internazionali).
Giorgio Parodi nel 1928, mentre ormai la Moto Guzzi decollava, fu tra i fondatori dell’Aeroclub di Genova, un centro di scuola di volo che ha sempre ottenuto una grande successo e popolarità a Genova e che ancor oggi è ancorato nell’aeroporto “Cristoforo Colombo”. In onore alla sua memoria, oggi è stato scoperto, in via Mura delle Cappuccine, un monumento con la sua effigie, opera dello scultore Ettore Gambioli, alla presenza di autorità civili e militari, una cerimonia semplice e rapida. La statua è stata scoperta dalla figlia di Giorgio Parodi, Marina Cais di Pierlas Parodi, mentre accanto al vice sindaco Massimo Nicolò , all’assessore comunale Bordilli e al presidente della regione Giovanni Toti, ha ricordato il nonno, la nipote Elena Bagnasco, presidente dell’associazione che porta il suo nome. Al di là della forte personalità di Giorgio Parodi, Genova oggi ha voluto celebrare in qualche misura uno degli aspetti peculiari del suo DNA culturale e imprenditoriale.
Genova, in particolare dalla seconda metà del XIX secolo, ha impresso un moto di accelerazione alle iniziative imprenditoriali. Si è cominciato con le prime locomotive e poi si è passati all’innovazione navale e nei trasporti. Bloccata per mancanza di aeroporti Genova è stata al centro del traffico di idrovolanti, mentre proseguiva la sua attività l’Aeroclub che è un vanto del territorio ancora oggi. La A 7 è stata la seconda autostrada italiana negli anni Trenta. In questo contesto non ha sbagliato il Comune di Genova a voler festeggiare con la realizzazione della statua e con la festa delle frecce tricolori la figura di Giorgio Parodi, una personalità che non deve essere dimenticata per il modello di vita (coraggio, patriottismo e dedizione) e per l’impegno imprenditoriale sempre con gli occhi ricolti al futuro. E’ la Genova delle grandi scoperte e delle rotte da trovare e da affrontare senza paura, con coraggio e fantasia, ma anche con occhio scientifico e razionale . Le luci brillanti del tricolore in cielo hanno la meglio su una giornata grigia.
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