Centrosinistra diviso alle urne?

di Paolo Lingua

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Centrosinistra diviso alle urne?

Anche se mancano ancora un po’ di mesi abbiamo già capito (ma era più che prevedibile) che il Pd e il M5s andranno divisi alle urne alle prossime comunali di Roma. Per adesso nel Pd il candidato per eccellenza è l’ex ministro Gualtieri, mentre  il M5s, anche se un po’ scosso e diviso, ha ripreso quota la riconferma della Raggi. La situazione certamente porterà vantaggio al centrodestra all’interno del quale, anche se emergono differenze, l’obiettivo è comunque quello dell’alleanza a tre per vincere, costi quel che costi. Il centrodestra deve far emergere il suo candidato (e qui gli equilibri sono un po’ più complessi), possibilmente forte, credibile e in grado di assorbire voti anche nelle fasce di incertezza.

Al centrosinistra non resta che correre da solo e poi, se ci sarà un secondo turno, puntare su un candidato unico. Ma non sarà un percorso agevole. Al tempo stesso,  si delinea una divisione tra i due movimenti del centrosinistra anche a Napoli dopo la decisione del sindaco uscente De Magistris di candidarsi alla presidenza della regione Calabria (ma anche su di lui ci sarà unità? Qualche dubbio emerge già). La situazione nel capoluogo partenopeo è molto confusa e i partiti sono divisi al loro interno oltre che tra di loro.  Ne approfitterà il centrodestra? Anche in questo caso i sentieri da percorrere sono numerosi e complicati.  Poi i dubbi si spostano al Nord. A Torino, l’esponente del grillini, la sindaca uscente Appendino, ha annunciato di non volersi più ricandidare. Ma per ora non c’è saldatura tra Pd e grillini. Così come a Milano dove il sindaco uscente Saia sembra inclini a lasciare il Pd allargandosi verso gli schieramenti ecologisti.

Il progetto iniziale di Enrico Letta in parte esce ridimensionato: infatti, nelle città maggiori non sembra agevole dar vita a una candidatura unica di centrosinistra. Nella prospettiva giovano in senso contrario le differenze di contenuti ideologici e politici tra i due partiti e le differenti tattiche locali, frutto anche della spaccatura all’interno dei grillini. E i punti interrogativi ricadono anche come lunghe ombre anche sulla Liguria dove si volterà in autunno a Savona e la prossima primavera a Genova e alla Spezia.  A Savona la situazione è per il momento statica, anche perché il centrodestra deve scegliere un nuovo candidato, perché la sindaca uscente non sembra incline a ricandidarsi. A Genova il centrodestra appare compatto, se non blindato, su Marco Bucci che parte decisamente favorito. Considerata la pesante sconfitta subita dal centrosinistra alle recenti regionali, non sembra facile un ricompattamento di coalizione per Palazzo Tursi. Nel frattempo, entro giugno, il Pd dovrebbe dar vita al congresso regionale e mettere a punto le cariche territoriali, considerato che l’assetto precedente è stato appunto squassato dal disastro elettorale.

Ma non c’è per ora una linea organica per la scelta dei nomi adatti ai vertici regionali e provinciali. Inoltre è da qualche anno che è calato un sipario gelido tra il partito e la società civile e sono sempre più freddi i rapporti con il mondo imprenditoriale e professionale. Si è interrotta anche la minima comunicazione. Il centrodestra non è privo di contraddizioni ma, in Liguria, di fatto controlla, oltre che la regione, anche le amministrazioni di tutti capoluoghi di provincia. Il che significa di fatto un rapporto preferenziale con tutti  centri di potere imprenditoriali e professionali, in particolare in un momento storico di palese transizione, dove l’attenzione dell’opinione pubblica è tutta puntata sull’evoluzione della pandemia e d’un ritorno alla normalità nei tempi più rapidi possibili. Tutti i punti interrogativi restano appesi dunque sul campo di battaglia della politica che, nel frattempo deve affrontare i grandi temi della giustizia, della sanità e delle scelte determinanti per la ripresa economica. In questo momento di va a scarti con contenuti diversi e a volte contrastanti all’interno degli stessi maxi-schieramenti. Si oscilla tra l’indifferenza  e l’affanno.  


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