Castanini a Telenord: "Sono cresciuto a latte e Sampdoria, è la mia vita"
di Redazione
Il nuovo membro del CdA: "Sono un sampdoriano e sampierdarenese di quelli sfegatati, non vedo l'ora di fare qualcosa per la società"
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Enrico Castanini entra nel nuovo CdA della Sampdoria. Il nuovo organigramma, al centro delle polemiche dei tifosi, vede l'ingresso di un vero sampdoriano come da lui stesso affermato in esclusiva a Telenord: "Gli amori giovanili sono quelli che ti fanno fare le pazzie più grosse. Io sono cresciuto a "latte e Sampdoria" sono nato a Sampierdarena e tutti i miei parenti sono sampdoriani. La prima partita che ho visto avevo 4 anni ed era la Sampdoria di Ravano, quella del quarto posto con Brighenti e Cucchiaroni. La prima partita che invece ricordo era il match clou di serie B in cui la Sampdoria vinse 2-0 con la doppietta di Vieri. Da quel momento in 40 anni ho visto praticamente tutte le partite. Sampdoriano e sampierdarenese di quelli sfegatati."
Come è nato l'ingresso nel CdA? "È stata un po' una sorpresa, io onestamente avevo già tantissimi impegni però quando mi hanno parlato della Sampdoria ne ho parlato con Profiti (anche lui un grande sampdoriano). Alla fine non me la sono sentita di dire di no, alla Sampdoria non si poteva di dire di no. Mi sembra di essere l'unico nato a Genova nel CdA. Vorrei che la Sampdoria parlasse di più con la città e le persone. Mio nonno era nel consiglio della Sampierdarenese prima della fusione."
Le polemiche su Marcello Pollio? "Il ruolo del collegio sindacale è molto professionale e penso che conti di più la competenza. Io penso di essere sampdoriano più di quanto lui sia genoano e quindi vediamo di sopraffare i nostri cugini anche in questo. Dobbiamo lavorare, dobbiamo fare. La Sampdoria per me è stata la mia vita e non vedo l'ora di fare qualcosa per la Sampdoria e mi aspetto che gli altri colleghi faranno la stessa cosa. Non penso che anche se il presidente del collegio sindacale è genoano sbaglierà i conti. Insomma vedremo di sopportarlo."
Un messaggio ai tifosi: "i presidenti passano, i tifosi e il simbolo rimangono"
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