Caso Toti, Landini (Cgil): "Errani si dimise, gesto che ridiede credibilità alle istituzioni"
di Filippo Serio
"Quando uno riveste un ruolo non c'è solo il problema di quello che succede a lui, c'è anche quello della credibilità dell'istituzione"
"Io vengo dall'Emilia Romagna. Quando era presidente Errani e arrivò un avviso di garanzia un minuto dopo si è dimesso, per poi scoprire anni dopo che era completamente innocente. Allo stesso modo credo sia un gesto importante, perché quando uno riveste un ruolo non c'è solo il problema di quello che succede a lui, c'è anche quello della credibilità dell'istituzione che rappresenta in quel momento". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Genova per l'iniziativa pubblica a sostegno dei referendum abrogativi sul tema del lavoro, rispondendo alla domanda se ritenga che il presidente della Regione Giovanni Toti debba dimettersi in seguito all'indagine esplosa in Liguria.
"Il rischio che vedo, di fronte a quello che sta succedendo qui come da altre parti - sottolinea Landini - è che aumenti l'atteggiamento delle persone che non si sentono più rappresentate da nessuno. E questo è un indebolimento della democrazia. Quindi credo ci siano dei momenti in cui devi anche assumerti la responsabilità di quello che rappresenti e se pensi di essere innocente hai tutto il diritto di tutelarti ma nello stesso tempo non puoi portare al baratro anche le istituzioni che rappresenti e la credibilità che ci vuole - ha concluso -. Poi ognuno risponde alla sua coscienza".
"Penso che la magistratura debba andare avanti, che debba concludere i suoi lavori e penso che sia necessario fare il massimo di trasparenza perché quello che sta emergendo qui in Liguria, ma ci sono anche tanti altri casi, è che in realtà si è affermato in questi anni un modo di fare impresa e un sistema che è malato, che non va bene, che fa pagare dei prezzi pesanti a tutti i cittadini a partire dal mondo del lavoro, perché poi questo aumenta la precarietà, lo sfruttamento e il lavoro nero e riduce la libertà delle persone" - aggiunge Landini, che conclude: "Quindi credo che sia non una cosa locale quella che qui si sta discutendo, ma che sia il segnale di un problema più in generale che va affrontato con maggiore radicalità e senza guardare in faccia a nessuno".
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