Caso Toti: finanziamenti 'leciti' o 'illeciti'? Sul "giallo" del verbale di Roberto Spinelli i pm riascolteranno l'audio
di Redazione
La procura manderà un parere al gip in merito alla questione sollevata dall'imprenditore, figlio di Aldo
Prima di risolvere il "giallo" del verbale dell'interrogatorio di Roberto Spinelli, il figlio dell'imprenditore Aldo, coinvolti nell'inchiesta per corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, servirà un parere della procura.
Davanti alla giudice Paola Faggioni e al pm Luca Monteverde, Spinelli jr aveva spiegato che governatore faceva "sceneggiate" perché "voleva i finanziamenti illeciti". Appena letta la trascrizione completa i legali dei due imprenditori, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, avevano mandato una istanza al gip per chiedere di rettificare il verbale visto che, a loro dire, Roberto Spinelli avrebbe detto finanziamenti "leciti".
Prima di una eventuale correzione, il gip ha chiesto alla procura di esprimere un parere. I pm, insieme al procuratore capo Nicola Piacente, potrebbero sentire nelle prossime ore la registrazione audio e poi valutare. Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l'imputazione di corruzione anche a carico del presidente, per come delineata. Intanto è stata fatta la copia forense di cellulari, tablet e computer di Toti. "La copia forense, che è avvenuta in realtà la scorsa settimana, è un fatto dal quale non può emergere nulla. Siamo così tranquilli che non ci siamo presentati visto che non c'era niente da controllare. Così adotteremo una linea tale che tutto quello che vorranno vedere, o reperire o estrarre da strumenti informatici... beh, aderiremo a quelle richieste perché abbiamo la massima tranquillità che da quelle non possa venire nulla di pregiudizievole", ha detto Stefano Savi il legale che assiste Toti. Savi ha anche confermato che per il momento non è stata fissata alcuna data per l'interrogatorio chiesto dal governatore.
"Il presidente - ha concluso l'avvocato - lavora alacremente per la sua difesa". Questa appena iniziata sarà una settimana cruciale per il prosieguo dell'inchiesta. Nelle prossime ore verrà sentito, come persona informata dei fatti, l'avvocato Andrea La Mattina, referente della Regione Liguria nel comitato portuale che votò la concessione trentennale del terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli. Secondo la Procura, La Mattina sarebbe stato contrario a una concessione così lunga e avrebbe poi cambiato parere, votando dunque a favore, dopo avere ricevuto pressioni da Toti. La Mattina è l'ultimo del board a essere sentito. Prima di lui sono stati ascoltati Giorgio Carozzi, rappresentante del Comune, e Rino Canavese. Il primo cambiò anche lui opinione, mentre Canavese fu poi l'unico a votare contro. In caserma, le fiamme gialle hanno sentito in questi giorni 14 persone come testimoni.
Si tratta dei vertici della Cosme, la società che fece i colloqui di lavoro a elettori della comunità riesina che votarono per il partito di Toti alle elezioni regionali del 2020. In particolare Daniele Zaffiri, all'epoca presidente del consiglio di amministrazione di Cosme, e poi Cristiano Lavaggi, consigliere di amministrazione della Iren, che avrebbe procurato i colloqui alla Cosme su sollecitazione dell'allora capo di gabinetto Matteo Cozzani (anche lui ai domiciliari dal 7 maggio). E poi il presidente della società ciclistica che avrebbe pagato il soggiorno in albergo per i fratelli Italo e Maurizio Testa (sottoposti agli obblighi di dimora), per conto del candidato Stefano Anzalone (indagato). E, infine, un architetto che si era occupato della pratica della spiaggia di Punta dell'Olmo, che interessava gli Spinelli, e funzionari della Regione che si occuparono della Esselunga.
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