Carta riciclata, il mercato globale soffre tra chiusure di impianti e pressione sui prezzi
di Sagal
Il rapporto BIR fotografa un settore in calo in Nord America, Europa e Asia con segnali di cautela generalizzati
Secondo quanto riportato dal sito specializzato Recycling Today, l’ultimo “World Mirror on Recovered Paper” del Bureau of International Recycling (BIR) evidenzia un peggioramento diffuso del mercato della carta recuperata, con calo della domanda, riduzione dei prezzi e chiusure di impianti in Nord America, Europa e Asia.
Nord America – Myles Cohen, membro del consiglio di Vipa USA Inc. (parte del gruppo svizzero Vipa), riferisce che dopo mesi di prezzi stabili o in aumento, tra maggio e giugno il mercato nordamericano ha registrato un calo diffuso, in particolare per cartone ondulato usato (OCC), carta mista e anche gradi più pregiati come la carta da ufficio selezionata. Le cartiere interne negli Stati Uniti hanno ridotto gli ordini e in alcuni casi rifiutato tonnellaggi già contrattualizzati, a causa della domanda in calo e di scorte elevate. Secondo fornitori interpellati, i prezzi potrebbero scendere ulteriormente nei prossimi mesi, alimentando incertezza tra acquirenti e venditori.
Tariffe doganali – Cohen segnala che i dazi hanno contribuito a frenare la spesa dei consumatori, anche per l’incertezza occupazionale e le voci su un’inflazione persistente. “Questa riduzione della spesa ha creato un effetto domino lungo tutta la catena di approvvigionamento”, osserva, con conseguente calo della domanda di imballaggi in carta. Il 2024 è stato inoltre segnato da diverse chiusure industriali: Smurfit Westrock ha annunciato lo stop di quattro impianti, Georgia-Pacific quello dello stabilimento di Cedar Springs, International Paper di due siti tra Ohio e Kansas e Cascades della struttura produttiva di Niagara Falls. Cohen sottolinea che queste chiusure sono state solo in parte compensate dall’apertura o riattivazione di cartiere dedicate al containerboard riciclato.
Europa – Francisco Donoso, di Dolaf Servicios Verdes S.L., descrive un mercato europeo dell’OCC caratterizzato da “dinamiche miste” nei primi mesi dell’anno. A maggio si è registrata una stabilizzazione legata ai preparativi per le chiusure estive degli impianti, mentre giugno e luglio sono stati contraddistinti da prezzi in calo e scorte elevate. In Germania, nonostante bassi volumi di raccolta, la disponibilità di materiale è buona e i prezzi del containerboard riciclato hanno mostrato resistenza fino a giugno, per poi calare leggermente. In Spagna, la domanda interna in crescita non ha evitato pressioni sui prezzi, complici importazioni elevate e ampia offerta. In Italia il mercato è rimasto stabile, con operatori prudenti e attenti alla qualità del materiale. Nel Regno Unito e nel Benelux, offerte a basso costo e debole domanda asiatica hanno spinto materiale economico verso l’Europa continentale, esercitando ulteriore pressione sui prezzi locali.
Asia sud-orientale – Simone Scaramuzzi, di LCI s.r.l., riporta che le cartiere della regione stanno affrontando costi elevati, alternando approvvigionamenti interni e importati. In Vietnam, Indonesia e Thailandia la domanda è rimasta “costante ma cauta”, con acquirenti che negoziano in previsione di possibili correzioni dei costi di trasporto. Alcuni impianti hanno ridotto la capacità produttiva per via di scorte alte e rallentamento nelle esportazioni di imballaggi. In Vietnam e Indonesia, l’acquisto è stato calibrato tra importazioni europee a basso prezzo e forniture competitive dal Medio Oriente. Le preoccupazioni per la disponibilità irregolare di container e i tempi di transito più lunghi hanno spinto gli operatori a diversificare le fonti di approvvigionamento.
Prospettive – Secondo Scaramuzzi, il mercato asiatico attende un rilancio della domanda di carta e un alleggerimento sostenuto dei costi di trasporto per avvicinarsi a una fase di stabilizzazione. In Europa e Nord America, la cautela resta la parola d’ordine, con l’industria che affronta una combinazione di fattori sfavorevoli tra domanda debole, costi logistici, chiusure di impianti e fluttuazioni di prezzo.
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