Carige, i sindacati dicono basta: "No alla macelleria sociale"
di Fabio Canessa
1 min, 59 sec
Le sigle unite chiedono un incontro: "Se entra Blackrock rischio 2mila esuberi ed esternalizzazioni"
Su Carige intervengono le segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin per chiedere con forza "l'intervento del Governo e delle istituzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere sociale".
"Il paventato ingresso nel capitale del fondo statunitense Blackrock", aggiungono, "non può essere considerata una buona notizia", se ci fossero 2.000 esuberi, lo smembramento della rete ed esternalizzazioni: "Comporterebbe una inaccettabile macelleria sociale - affermano -. Un numero così elevato di esuberi, la chiusura del 50% delle filiali, la cessione a terzi della gestione degli Npl e degli Utp, non garantirebbero affatto la messa in sicurezza e il rilancio dell'istituto ma evidenzierebbero una neanche troppo nascosta intenzione di accaparrarsi soltanto il buono rimasto".
"Esprimiamo sdegno e preoccupazione per le notizie riportate dalla stampa relative alla situazione del gruppo Banca Carige - affermano in un comunicato unitario le segreterie nazionali dei sindacati unitamente ai coordinamenti sindacali del gruppo -. A poco meno di un mese dalla scadenza del termine ultimo fissato dalla Bce per delineare e rendere effettiva una soluzione 'privata' allo stato di difficoltà in cui si trova l'azienda, nulla emerge circa le reali intenzioni di tutti i soggetti in causa, compreso un preoccupante silenzio da parte dell'attuale primo azionista della banca".
"È stato passato il segno e, anche per evitare che si creino pericolosi precedenti nella Categoria, chiediamo con forza l'intervento del Governo e delle Istituzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere sociale". Un progetto che avesse come obiettivo esclusivamente la valorizzazione della gestione dei patrimoni "mette a rischio il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori e trascura il ruolo della banca quale riferimento indispensabile per l'economia dei territori", affermano dichiarando inaccettabile che "il salvataggio del Gruppo possa essere effettuato con l'ennesimo sacrificio delle lavoratrici e de lavoratori".
I sindacati intendono quindi attivare "tutte le iniziative necessarie per contrastare la realizzazione di un piano industriale che non sia in grado di garantire un futuro a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori del gruppo e smentiscono categoricamente le indiscrezioni di stampa circa la loro disponibilità a finanziare ammortizzatori sociali con la retribuzione dei dipendenti e dichiarano la loro più ferma opposizione a ipotesi di questa natura". La nota afferma infine che le segreterie nazionali hanno già diffidato i commissari Carige "dall'intraprendere iniziative in contrasto con gli obblighi di legge, invitandoli, altresì, ad attivare tutte le procedure contrattualmente previste"
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