Campus universitari, progetti e sfide dello studio Piano tra innovazione e sostenibilità

di Anna Li Vigni

Sei prototipi di architetture diverse tra loro che interessano territori in tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Francia all'Italia

Giovedì 22 maggio al Teatro Verdi di Sestri Ponente, in occasione della Genova Design Week, una serata per raccontare sei progetti di grandi campus universitari che lo studio di Renzo Piano sta sviluppando in tutto il mondo. Si va dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Francia all'Italia: Luigi Priano direttore del RPBW, ha raccontato come siano dei prototipi di architetture molto diverse tra di loro e che rappresentano un po' un test di quelle che potrebbero svilupparsi all'interno di un campus per studenti.

Sono sfide non solo culturali, ma anche sfide con il territorio e fide climatiche:  "Vero. Una delle prime cose che facciamo quando cominciamo un progetto, è visitare il sito e l'area su cui questo verrà costruito e ogni volta non si può dire che un progetto sia uguale all'altro. Inoltre i metodi costruttivi di alcune nazioni sono diversi, quindi è un lavoro molto stimolante in cui noi ci adattiamo. Facciamo sintesi rispetto all'esperienza di tutti e alle varie professionalità con cui ci interfacciamo", spiega Luigi Priano.

Presto l'intelligenza artificiale potrebbe irrompere nel lavoro di progettazione. "Devo dire che abbiamo alcune applicazioni con cui cominciamo a studiare la possibilità di utilizzarla. Alla fine noi con una matita e un team di lavoro riusciamo sempre a tirare fuori delle buone idee. Credo che ci aiuterà in futuro a razionalizzare il lavoro, ma la parte creativa rimane sempre un po' in mano agli architetti. al gruppo di lavoro".

Molto interessanti quelle costruzioni trasparenti ovvero edifici le cui pareti sono vetrate da dove si vedono gli interni e tutti gli ambienti in cui le persone che si muovono: "Noi la chiamiamo la poetica del movimento. È l'idea che un edificio, anche dall'esterno, debba dialogare con il contesto e quindi con la città in cui si va a insediare. Si vuol far vedere quello che succede all'interno ed è proprio questo essere aperti verso il il tessuto urbano nel l'edificio viene costruito. Quando noi costruiamo un nuovo edificio si affronta il tema della sostenibilità che non è solo i materiali e l'energia, ma anche la durata e la vita utile di un edificio. Un edificio che si inserisce in un territorio senza dialogo, tendenzialmente non viene amato e non dura. Quando gli edifici sono amati e diventano parte del tessuto, poi vengono curati e tendono a durare di più. Quindi noi cerchiamo sempre questo dialogo con quella parte della città dove andiamo a costruire", conclude l'architetto Luigi Priano.

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