Molotov nella notte contro le Poste di Bolzaneto, rivendicazione anarchica

di Redazione

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Quattro veicoli distrutti dalle fiamme: "Ruolo diretto nella deportazione dei migranti"

Molotov nella notte contro le Poste di Bolzaneto, rivendicazione anarchica
[gallery type="slideshow" columns="1" size="full" ids="58473,58470,58472,58471" orderby="rand"] E' firmato "anarchici per la solidarietà internazionalista" il testo che rivendica su un sito d'area l'incendio doloso tramite una bottiglia incendiaria di questa notte ai danni di diversi mezzi di Poste italiane, in via Pastorino a Bolzaneto. "Molti dei nostri sono morti, ma voi non avete potuto distruggere l'anarchia. Le sue radici sono troppo profonde" attacca il lungo comunicato che chiarisce come Poste italiane sia stata "attaccata" per il suo "ruolo diretto e vigliacco nella deportazioni dei migranti". L'allarme è scattato intorno alle 3 di notte, quando un automobilista di passaggio ha notato le fiamme alzarsi dal parcheggio delle Poste di via Pastorino a Bolzaneto. L'uomo ha subito chiamato il 112 e sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno domato l'incendio, che si era già propagato ad alcune auto e a un paio di scooter, andati distrutti nel rogo. In tutto, alla fine, sono quattro i veicoli distrutti, più alcuni che sono stati solo danneggiati dalle fiamme. Una volta messa in sicurezza l'intera area, sono iniziate le indagini da parte delle forze dell'ordine, per scoprire la natura del rogo. La rivendicazione attacca le "politiche neocolonialiste ed assassine del neoliberismo" dei governi che si sono succeduti negli anni in Italia e in Europa. "Parlando di accoglienza o alimentando xenofobia e razzismo - sostengono gli anarchici - i paesi europei e tutti i governi occidentali...hanno promosso e finanziato guerre o creato destabilizzazioni sociali". E le conseguenze di tali politiche, tra le quali gli anarchici inseriscono il fenomeno migratorio, "sono oggi gestite col pugno di ferro con la chiusura delle frontiere, dei porti e con deportazioni, omicidi in mare e catture ai confini". Nella rivendicazione si contestano anche gli accordi dell'Italia con la Libia e si esprime solidarietà a "chi lotta contro questo sistema di sfruttamento e contro la violenza dello Stato".