Balneari, Bagnasco (FI) auspica ricorso del governo alla Consulta contro sentenza Consiglio di Stato
di Redazione
"La magistratura amministrativa non può prevaricare il potere legislativo e il potere esecutivo, è questione di democrazia e di rispetto delle prerogative"
La sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari potrebbe essere discussa alla Corte Costituzionale, qualora il governo accolga le istanze provenienti da diverse parti della maggioranza ai fini di sollevare un conflitto di attribuzione. Tra gli altri lo auspica Roberto Bagnasco, parlamentare di Forza Italia: “Concordo con l’intenzione di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha invaso la sfera di competenza del Parlamento e del Governo, intervenendo sulle concessioni balneari e definendo le proroghe illegittime perché contrastanti con la direttiva Bolkestein. Il Consiglio di Stato non può prevaricare il potere legislativo e il potere esecutivo, è una questione di democrazia e di rispetto delle prerogative costituzionali".
Sulla stessa linea Fratelli d’Italia, il cui capogruppo a Montecitorio Tommaso Foti ha inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana per chiedere l’intervento del governo. "Guardiamo con preoccupazione all’ultima pronuncia del Consiglio di Stato, laddove in più punti essa sembra travalicare i poteri della giustizia amministrativa finendo con l’invadere la sfera legislativa propria del parlamento", spiega Foti in una nota. "In questa ultima pronuncia il Consiglio di Stato torna a ribadire la propria competenza non solo in ordine all’obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie, ma chiarisce altresì che, secondo l’interpretazione sostenuta, tale disapplicazione debba avvenire “senza che ciò possa essere condizionato o impedito da interventi del legislatore“. Un assunto che riteniamo infondato e che contraddice lo spirito stesso della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una direttiva (in questo caso la Bolkestein) venga recepita con specifiche norme di legge. Riteniamo pertanto ineludibile che sia la Corte Costituzionale a pronunciarsi circa il corretto esercizio della potestà giurisdizionale. Lo facciamo a difesa di un organo eletto direttamente dal popolo che deve mantenere il diritto di poter esercitare le proprie prerogative, con lo svolgimento delle funzioni ad esso attribuite dalla Costituzione".
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