Autotrasportatori italiani a Bruxelles: Fitto ascolta le criticità del settore
di Carlotta Nicoletti
Delegazione FAI-Conftrasporto-Confcommercio a colloquio con il vicepresidente UE Fitto. Uggè: “Fiduciosi, ma ora servono azioni concrete”

Un confronto diretto con l’Europa per affrontare le sfide del trasporto su gomma. Una delegazione di FAI-Conftrasporto-Confcommercio, guidata dal presidente Paolo Uggè, ha incontrato a Bruxelles il vicepresidente della Commissione Europea, Raffaele Fitto. Al centro del dibattito: le restrizioni alla circolazione, la transizione ecologica e il rispetto della libera circolazione delle merci.
Le criticità – Un settore in difficoltà
Il comparto dell’autotrasporto in Italia conta circa 10.000 imprese e 90.000 mezzi pesanti, trasportando l’87% delle merci nel Paese. Tuttavia, le crescenti limitazioni imposte da alcuni Stati membri, in particolare dall’Austria, stanno mettendo in difficoltà le imprese italiane. “Queste restrizioni violano il principio di libera circolazione e penalizzano la competitività del mercato unico europeo”, ha denunciato Uggè.
Neutralità tecnologica – La sfida della transizione ecologica
Un altro tema centrale dell’incontro è stata la sostenibilità ambientale. Secondo Uggè, le attuali politiche UE non tengono sufficientemente conto delle esigenze delle aziende di trasporto: “Se non bilanciate, queste misure rischiano di trasformarsi in un freno per l’economia”. La delegazione ha chiesto alla Commissione di adottare un approccio di neutralità tecnologica, senza favorire soluzioni uniche e rigide.
Disparità – Autotrasportatori italiani penalizzati
La delegazione ha anche evidenziato le difficoltà burocratiche che colpiscono le imprese italiane rispetto ai concorrenti esteri. Un esempio concreto riguarda la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), che in altri Paesi UE è più semplice da ottenere e gestire.
Le richieste – Un appello alla Commissione Europea
FAI-Conftrasporto ha ribadito la necessità di politiche equilibrate, sottolineando il ruolo essenziale del settore durante la pandemia. “Abbiamo garantito il rifornimento di beni essenziali, eppure il nostro lavoro viene spesso ostacolato da norme calate dall’alto”, ha ricordato Uggè. Ora la palla passa a Bruxelles: il settore attende risposte concrete.
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