Autostrade, se la montagna partorisce un topolino
di Paolo Lingua
L’incontro presso la sede della Regione tra i tre vertici istituzionali della Liguria (Toti, Bucci, Signorini) e l’ad della società Autostrade Roberto Tomasi si è prolungato per quattro ore, ma la montagna, come era prevedibile, ha partorito un topolino.
Sono stati invocati controlli più frequenti e più approfonditi e si è chiesto di effettuare i lavori per realizzare le barriere fonoassorbenti di notte, in modo da non creare eccessi di code e blocchi durante la giornata. Ma, mentre negli uffici della Regione si spendevano fiumi di parole, ancora una volta si è sfiorato il disastro.
Sulla A26, nel passaggio fatidico nei pressi di Massone, c’è stato un crollo della parete d’una galleria che per fortuna non ha provocato danni né alle cose né alle persone. Ne è conseguita una lunga coda e poi il blocco d’un tratto del percorso autostradale. Nel frattempo a Roma il Mit d’accordo con la dirigenza delle autostrade stava puntando, oltre che a una politica più intensa di controlli e di lavori che coinvolgevano non solo la martoriata Liguria, ma anche Abruzzo e Marche, anche a un taglio complessivo di dieci milioni sul costo dei passaggi in autostrada proprio in Liguria.
Ma il crollo sulla A26 ha indotto il ministro Paola De Micheli a convocare domani mattina alle 10 i vertici della società Autostrade. E allora? Il sindaco e il presidente della Regione ha reciproche. Tutti sono d’accordo che nessuno “si può permettere che le autostrade liguri non funzionino”. Bucci e Toti, in verità, anche subito dopo il crollo del ponte Morandi hanno evitato lo scontro con la Società Autostrade, preoccupati soprattutto d’una rapida ricostruzione. E hanno mantenuto la stessa linea anche dopo altri incidenti, blocchi e crolli parziali, discostandosi dalla linea tenuta a tutti i livelli da parte del M5s che ha sempre chiesto con asprezza la revoca della concessione ad Autostrade, un tema che è ancora in discussione a livello di governo dove, come quasi sempre, le posizioni dei partiti alleati non sono omogenee se non addirittura in contrasto.
Ecco, al di là dell’ennesimo incidente di oggi, è chiaro che non bastano le dichiarazioni generiche o, a livello politico, scambi di accuse reciproche anche molto dure. Non dobbiamo dimenticare che il sistema autostradale in Liguria ha una doppia funzione macroeconomica: i trasporti delle merci legate al sistema portuale e la tenuta del fenomeno turistico. Se non si può contare sulla regolarità dei viaggi, tutti è destinato a scendere e a calare di ritmo, con gravissime conseguenza sulla ricchezza, sul benessere e sulla qualità della vita.
La messa a punto del sistema di comunicazione (ferrovie comprese) è la chiave di volta del futuro di Genova e della Liguria. E’ l’augurio che tutti sperano nel brindisi – un po’ preoccupato – di questo fine d’anno.
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