Atlantia, domani CdA straordinario. Sul tavolo il nodo Castellucci
di Pietro Roth
1 min, 59 sec
All'ordine del giorno "le comunicazioni dell'amministratore delegato"
Atlantia ha convocato un cda straordinario per domani e molti si aspettano che l'amministratore delegato Giovanni Castellucci rassegni le sue dimissioni. Il titolo oggi è crollato in Borsa a Milano e ha chiuso in calo del 7,8% a 20,44 euro, dopo lo scivolone dell'8% di venerdì scorso, riscendendo ai livelli di agosto scorso. Travolge dunque il vertice della società la bufera riscoppiata con gli sviluppi dell'inchiesta ligure sul crollo del ponte Morandi di Genova e con le nove misure cautelari nei confronti di altrettanti tra tecnici e dirigenti di Aspi e Spea, società del gruppo, per i report 'addomesticati' che avrebbero coperto le reali condizioni di alcuni viadotti gestiti da Autostrade.
A convocare il board di Atlantia è stato lo stesso Castellucci che domani al consiglio ha già annunciato sue comunicazioni. Da fonti finanziarie filtra che potrebbe rimettere il suo mandato a disposizione dei consiglieri. D'altronde che in casa Benetton fosse cambiato il clima lo si era capito sabato. La nota di Edizione, la holding della famiglia che da Ponzano Veneto controlla il 30,25% di Atlantia, aveva parlato di "sgomento" e "turbamento" per quanto emerso dalla "doverosa" inchiesta giudiziaria dopo la tragedia del crollo "con i suoi 43 morti che pesano sulle coscienze". Parole che avevano fatto capire la gravità del momento, dato lo spaccato svelato dalle intercettazioni finite sui giornali: con dipendenti che non solo per gli inquirenti avrebbero modificato già dal 2017 i report, ma anche valutato l'uso di jammer per disturbare le intercettazioni dell'autorità giudiziaria, o mentito al processo per la strage del viadotto di Avellino.
Nelle ultime ore era chiaro che la poltrona di Castellucci, per anni fortemente appoggiato da Gilberto Benetton - artefice della diversificazione finanziaria del Gruppo - fosse meno stabile. A Ponzano i Benetton oggi hanno riunito la loro holding Edizione, sotto la guida di Gianni Mion. Dalla proverbiale riservatezza della famiglia è filtrato solo che c'è una identità di vedute sulle azioni da intraprendere. Non è però detto che quella di Castellucci sia una uscita definitiva, dato che la sua figura - cardine nelle trattative dell'operazione su Abertis e ora in quella su Alitalia - è difficilmente sostituibile. Il tema agita di nuovo la politica. Se per il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, la vicenda "non deve diventare una questione politica", Stefano Fassina (LeU) va oltre alla revoca delle concessioni, il mantra dei 5 Stelle: "Autostrade sono un monopolio naturale, quindi la gestione va rinazionalizzata. Questo farebbe un Governo di svolta".
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