Arrestata ex consigliera del Lazio simpatizzante per Cambiamo!

di Redazione

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Toti puntualizza: “La signora Cetrone non riveste alcun incarico in Cambiamo!"

Arrestata ex consigliera  del Lazio simpatizzante per Cambiamo!

Gina Cetrone, ex consigliera regionale del Lazio, simpatizzante per Cambiamo!, il movimento politico che fa capo al governatore ligure Giovanni Toti, è stata arrestata dai poliziotti della squadra mobile di Latina, su disposizione del Gip di Roma. Come riferiscono i quotidiani Il Secolo XIX e La Repubblica, insieme a lei sono state arrestate altre 4 persone. E l'accusa per gli arrestati, a vario titolo, sarebbe di estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, reati aggravati dal metodo mafioso.

Intanto il governatore della Liguria, Giovanni Toti con una nota puntualizza: “La signora Cetrone non riveste alcun incarico in Cambiamo!, dal momento che il Comitato promotore, unico organo statutario per quanto riguarda l’assegnazione di incarichi, non ha mai preso in considerazione di assegnarne uno all’ex consigliera regionale del Lazio, la cui iscrizione al nostro movimento politico non risulta nemmeno ancora formalizzata. E prosegue: “ chiunque associ il nostro Movimento politico alle vicende giudiziarie in corso ne risponderà in sede legale, dove adiremo a tutela della nostra reputazione. Diffidiamo pertanto - conclude Toti - chiunque ad utilzzare in modo menzognero questa vicenda”

Ma ritorniamo alla vicenda. Secondo quanto riportato dai due quotidiani, nell'aprile 2016 Gina Cetrone ed il marito, in qualità di creditori di un imprenditore per una fornitura di vetro effettuata dalla società Vetritalia, a loro riconducibile, avrebbero richiesto l'intervento di Samuele e Gianluca Di Silvio e di Agostino Riccardo per riscuotere il credito, previa autorizzazione di Armando Di Silvio, che sarebbe ritenuto da chi indaga – come puntualizza Il Secolo XIX - capo dell'associazione di stampo mafioso a lui riconducibile.

La Cetrone ed il marito avrebbero convocato l'imprenditore nella loro abitazione e richiesto l'immediato pagamento della somma dovuta,  di circa 15 mila euro. La coppia avrebbe costretto l'uomo ad attendere l'arrivo di Riccardo e dei due Di Silvio, che una volta sul posto, secondo quanto racconta il Secolo XIX, avrebbero minacciato l'imprenditore, prospettando ripercussioni pesanti. L'imprenditore-debitore il giorno successivo sarebbe poi stato costretto ad andare in banca ad effettuare un bonifico di 15 mila euro a favore della società e sborsare 600 euro a titolo di disturbo.

La Repubblica in particolare evidenzia poi che, secondo l'accusa, la Cetrone fece un accordo con il clan di Di Silvio per ottenere la massima visibilità per la sua candidatura nel 2016 a sindaco di Terracina, in cambio di 25 mila euro. La Cetrone si sarebbe lamentata perché i manifesti non si vedevano bene. Chiedeva, quindi, di non essere “oscurata”. 

"Cambiamo! ha già smentito più volte che l'ex consigliera regionale Gina Cetrone abbia mai ricoperto incarichi nel partito o risulti iscritta. Purtroppo ci sono esponenti politici ai quali non è possibile chiedere di smetterla con le infondate strumentalizzazioni e con le fake news, semplicemente perché sono l'unico modo in cui sanno esprimersi. Ci limitiamo perciò a chiedere agli organi di informazione di non associare più la signora Cetrone al nostro movimento onde evitare di associarsi al coro di chi pensa solo a fomentare inutili polemiche". Lo dichiarano in una nota i deputati di Cambiamo! Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli