Ampliamento Fincantieri a Riva Trigoso, Regione Liguria istituisce tavolo tecnico con comune di Sestri, Città Metropolitana e Arpal

di Redazione

2 min, 57 sec

La soddisfazione del capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio: "Lo sviluppo dello stabilimento di Riva Trigoso di un’industria strategica quale Fincantieri è un fatto positivo"

Ampliamento Fincantieri a Riva Trigoso, Regione Liguria istituisce tavolo tecnico con comune di Sestri, Città Metropolitana e Arpal

“Con Decreto del Dirigente n. 876 del 13 febbraio, Regione Liguria ha disposto l’istituzione di un tavolo tecnico a supporto della verifica di ottemperanza delle condizioni ambientali indicate nel Decreto del Dirigente n. 6182 del 6 ottobre 2022 a proposito del progetto di ampliamento presentato da Fincantieri per lo stabilimento di Riva Trigoso, che prevede la realizzazione di nuovi pontili di varo e la conseguente messa in sicurezza di parte del fronte mare dello stabilimento. Il tavolo tecnico sarà composto dal Settore Valutazione Impatto Ambientale e dal Settore Ecosistema Costiero della Regione, dal Comune di Sestri Levante, dalla Città Metropolitana di Genova e da ARPAL”. Ne dà notizia il consigliere regionale Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia e membro della Commissione Ambiente e Territorio.

“Avevo chiesto pubblicamente l’istituzione di questo tavolo – prosegue Muzio - già a partire dalla fine dello scorso mese di luglio. Avevo inoltre sollevato la questione anche in Consiglio Regionale con una Interrogazione depositata il 26 ottobre u.s. e discussa in Aula l’8 novembre. In quella sede l’assessore Giacomo Giampedrone aveva espresso la volontà di procedere all’attivazione del tavolo, sottolineando che le condizioni messe nero su bianco dalle competenti strutture regionali rispetto al progetto presentato da Fincantieri, e contenute nel Decreto n. 6182, hanno carattere prescrittivo”.

“Desidero perciò esprimere la mia soddisfazione per l’emanazione del Decreto del 13 febbraio”, afferma ancora il capogruppo di Forza Italia. “Lo sviluppo dello stabilimento di Riva Trigoso di un’industria strategica quale Fincantieri è un fatto positivo, foriero anche di nuova occupazione per i giovani del comprensorio, che va contemperato con le esigenze espresse dal territorio per quanto concerne la conservazione degli arenili e della costa, il contenimento dell’erosione, la vivibilità e la viabilità nelle aree circostanti”.

“Ricordo – sottolinea Muzio - che tra le condizioni indicate nel Decreto del 6 ottobre vi sono: la valutazione della possibilità di ridurre l’ingombro complessivo dei nuovi pontili, per esempio limitandosi a realizzare solo gli interventi previsti nelle fasi 1 e 2, motivando ulteriormente la necessità delle opere previste nella fase 3 e verificando anche alternative progettuali a tale fase che, compatibilmente alle esigenze di cantiere e alle dimensioni delle navi asservite, conseguano un minore ingombro dell’arenile; dovranno essere valutati gli effetti riflettenti della scogliera posizionata al di sotto dei nuovi pontili e la necessità di effettuare dei ripascimenti per contrastare l’arretramento della linea di riva e gli effetti erosivi del litorale in prossimità dei cantieri; deve essere inoltre predisposto un piano di monitoraggio morfologico della zona di intervento e del tratto a ponente da concordare con il Settore regionale Ecosistema costiero e acque. E ancora: devono essere forniti ulteriori approfondimenti in relazione alla stima dell’incremento di traffico veicolare pesante; deve essere mitigato l’effetto di interruzione del trasporto dei sedimenti da ponente verso levante, che risulterebbe determinato dalla realizzazione delle opere a progetto e in particolare dalle scogliere di protezione delle stesse, valutando un significativo abbassamento della quota di tali scogliere, ripristinando la trasparenza delle opere, per l’importanza che il trasporto solido riveste per la spiaggia di Renà, già oggetto di importanti studi e interventi di consolidamento”.

“A mio avviso dovrà essere valutato approfonditamente e programmato anche un intervento strutturale di modifica della platea esistente, che allo stato costituisce un rilevante ostacolo al fisiologico deflusso delle acque e del sedime”, conclude il consigliere.