Addio a Sergio Viganò, il ‘Mago’ dei massaggiatori nella Samp d'oro
di s.g.
È morto a 83 anni lo storico massaggiatore della Sampdoria, protagonista silenzioso dell’epopea blucerchiata con Mancini e Vialli
Sergio Viganò, per tutti il "Viga", è morto questa mattina a 83 anni. Storico massaggiatore della Sampdoria, fu parte integrante della squadra che conquistò lo scudetto nel 1991, seguendo da vicino campioni come Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Le sue grandi capacità di rigenerare i muscoli dei campioni lo avevano portato anche in altri club prestigiosi, in Italia e all’estero.
I successi – Negli anni d’oro della Sampdoria, tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90, Sergio Viganò è stato una figura centrale, anche se lontana dai riflettori. Massofisioterapista della prima squadra, ha curato le condizioni fisiche dei protagonisti di una delle più memorabili stagioni del club, compreso lo storico scudetto del 1991. Il suo lavoro, attento e scrupoloso, ha rappresentato un punto di riferimento costante per lo staff e per gli atleti.
Una vita accanto al Mancio – Originario di Garbagnate, Viganò si era formato da giovane con studi specifici in massofisioterapia, dopo aver abbandonato il sogno di diventare chirurgo. La sua carriera è iniziata ad Alessandria, con i Grigi, per poi decollare grazie a un incontro con Roberto Mancini, allora giovane promessa. «Fu Matteoli a portarlo da me quando ero all’Alessandria», aveva raccontato del Mancio. Da quel momento, Viganò ha seguito la bandiera blucerchiata da giocatore e poi da tecnico in tutte le tappe principali della sua carriera: dopo la Samp, nella Lazio, al Manchester City e nell'Inter.
Riconoscimento – Celebre per la sua tecnica e per l’approccio metodico, Viganò rifiutava con decisione l’etichetta di “mago”. «È una definizione come ce ne sono tante nel calcio ma non mi è mai piaciuta – aveva dichiarato ai canali ufficiali blucerchiati, in un'intervista del 2021–. Mago è chi inventa, io ho studiato a lungo». Il suo lavoro era frutto di preparazione, esperienza e intuito. Mai sopra le righe, è stato apprezzato per la professionalità e la discrezione con cui ha operato in uno degli ambienti più esposti alla pressione mediatica.
Rapporto umano – Tra i calciatori che ha seguito, il legame più forte è stato con Roberto Mancini. Non solo un rapporto professionale, ma anche umano, costruito sul rispetto e sulla fiducia. «Bersellini gli faceva fare sempre i gradoni e lui soffriva ai quadricipiti: iniziò così questo rapporto che mi ha permesso di vincere alla Samp e in ogni altra tappa al seguito del Mancio», aveva raccontato Viganò in un’intervista recente dalla sua casa a Lu Monferrato.
Alla famiglia di Sergio Viganò sentite condoglianze da parte di tutta la redazione di Telenord.
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