Acrobazie sulle leggi elettorali: vecchio costume italiano
di Alessandro Bacci
2 min, 13 sec
Il punto di Paolo Lingua
Il consiglio regionale di domani, come si legge in tutti i comunicati e in tutte le agenzie, oltre che nelle dichiarazioni politiche, si dedicherà a votare a favore della proposta della Lega che punta, anche a un referendum, per abolire la quota proporzionale per la legge elettorale nazionale. Uno degli ultimi squilli di tromba di Matteo Salvini, impegnato in un grintoso recupero politico dopo essere uscito dal governo, è puntare a un sistema maggioritario. E’ ovvio che Salvini ha l’obiettivo di blindare la coalizione di centrodestra, con Berlusconi e Toti e altri piccoli partiti moderati inclusi, per cercare di mettere in difficoltà il centrosinistra che ha una coalizione a maglie larghe e più propensa semmai a mantenere una quota proporzionale.
Molte regioni, tutte governate dal centrodestra, sono già impegnate nella stessa battaglia, una contesa che si sposterà, con molti altri argomenti, nelle imminenti elezioni regionali, a cominciare da quelle prossime dell’Umbria per poi spostarsi a primavera dove sarà in campo anche la Liguria. Difficile azzardare previsioni, anche se si ha la letta impressione che Toti punterà, proprio nella linea strategica di Salvini, a rastrellare tutto il voto moderato possibile. E’ di oggi la notizia dell’uscita in regione dal centrosinistra del consigliere Boitano, eletto a suo tempo nella lista di Raffaella Paita, recentemente passata al movimento di Matteo Renzi. Boitano si dichiara di “centro” ed è andato nel gruppo misto. Vedremo i futuri spostamenti in tutti i partiti, anche se sembra che Renzi non porterò per ora molto fieno in cascina dopo aver annunciato che difficilmente presenterà sue liste alle regionali. Ha detto no per l’Umbria ma si sa che non intenderebbe correre neppure in Liguria. Anche se alcuni leaders delle due parti lo ripetono non sarà facile, anche per gli opposti programmi sinora affermati e dichiarati, mettere insieme il Pd e il M5s. Per non parlare del possibile candidato unitario alla presidenza.
La personalità “della società civile” è facile da annunciare ma difficile da reclutare, in particolare in una regione come la Liguria. Ma tutto, come si suol dire, oggi appare possibile e le capriole politiche sembrano uno sport diffuso. A proposito di legge elettorale si impone un grosso dubbio, ma solo per quel che riguarda la regione. Tutte le forze politiche, a gran voce, sino a poche settimane fa hanno proclamato di voler l’abolizione del cosiddetto “listino” che contiene i candidati non votati che andrebbero come premio di maggioranza alla coalizione vincente- Il listino che premierebbe la “casta” e sarebbe antidemocratico è oggetto di pesanti critiche. Ma non è la prima volta che si arriva alla vigilia della prova elettorale e il listino, dal 1970, sopravvive impavido. Come andrà questa volta? Le scommesse sono aperte.
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