A Serra Riccò prende forma la Casa di Giò, simbolo di inclusione e rinascita condivisa
di R.T.
Posata la prima pietra del centro dedicato all’autonomia e all’accoglienza grazie a un progetto donato dal Rotary Club Genova San Giorgio
È stata posata a Serra Riccò la prima pietra della Casa di Giò, un centro dedicato all’accoglienza e alla crescita personale, progettato dal Rotary Club Genova San Giorgio e donato al Comune per promuovere inclusione e autonomia, soprattutto per le persone con disabilità. Il progetto, reso possibile anche grazie a fondi PNRR, sarà completato entro il 2025.
Progetto condiviso – La struttura sorgerà con orti didattici, un giardino sensoriale, laboratori, frutteti e spazi accessibili pensati per favorire il passaggio dalla fragilità all’autonomia, attraverso il contatto con la natura e le relazioni umane. Un percorso che, nelle intenzioni, vuole trasformare il ricordo di Giorgia, giovane vittima di un incidente stradale, in un’opportunità concreta per molti.
Donazione – L’idea è nata all’interno del Rotary Club Genova San Giorgio durante la presidenza 2022-2023 dell’architetto Luca Di Donna, che ha donato gratuitamente il progetto al Comune. Un gesto che ha permesso all’amministrazione guidata da Angela Negri di ottenere un finanziamento da un milione di euro con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Collaborazioni – Il percorso è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Valentina Grasso Floris, referente dell’Orto Collettivo APS, per gli aspetti agricoli e sociali, e della società Avalon, per il supporto economico e progettuale. L’impresa New Alb eseguirà i lavori.
Cerimonia – Alla cerimonia erano presenti il sindaco Angela Negri, il past president Luca Di Donna, l’attuale presidente del Rotary Club Lucia Aliverti, soci del club e rappresentanti della ditta incaricata. A testimoniare il legame personale con il progetto, anche Ornella Tommasi, madre di Giorgia, che ha donato la casa al Comune, trasformando il lutto in una scelta di impegno civile.
Presenze simboliche – Tra i presenti anche Simone Logiudice, presidente della Fondazione Cometa Blu, attiva sul fronte dell’autismo. La sua partecipazione ha sottolineato il valore inclusivo della futura struttura, che intende unire competenze, risorse e sensibilità diverse in un unico obiettivo: offrire possibilità reali di vita autonoma e dignitosa.
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