7 ottobre 1970: inferno su Genova, morti e distruzione. Ma lo scolmatore del Bisagno non è ancora pronto, il termine è 2028
di Paolo Zerbini
55 anni fa, la piena del torrente seminò lutti e devastazione. Fabrizio de André vi si ispirò per la popolarissima 'Dolcenera'
Mercoledì 7 ottobre 1970. Su Genova soffiava uno scirocco pesante, che ammassava nubi nere e minacciose sulle due valli, spingendole verso le colline. Alle 12:30, il disastro: un’alluvione senza precedenti si abbatté sulla città, colpendo duramente il Polcevera, Sestri e soprattutto Voltri.
Su Bolzaneto caddero 948 millimetri d’acqua in poche ore, l’equivalente di un anno di pioggia a Messina. Strariparono il Polcevera, il Chiaravagna, il Cantarena, ma soprattutto il Leira e il Cerusa. Solo a Voltri si contarono 13 morti.
All’epoca non esisteva ancora la Protezione Civile, né un sistema di allerta meteo. Il caos regnava sovrano. Il giorno seguente, giovedì 8 ottobre, la tragedia continuò: toccò al Bisagno, al Fereggiano di Quezzi e allo Sturla allagare interi quartieri, distruggere case, provocare altre vittime. In totale, l’alluvione causò 43 morti, 100 feriti, 2.000 sfollati e danni stimati in 130 miliardi di lire.
A Brignole l’acqua arrivava ai finestrini degli autobus. La corrente trascinò via il Ponte Romano di Terralba e persino 50 bare dal cimitero di Staglieno. In mezzo al fango e alla disperazione, nacque la generazione dei "ragazzi con le pale", giovani che spalavano senza sosta con il cuore in mano.
Chi scrive – allora giovane cronista de Il Lavoro (a destra nella foto) – arrivò a Voltri l’indomani con un vecchio Maggiolino e suo fratello Gigi, ex vigile del fuoco. Ricorda una bambina sola, disperata, che cercava sua madre. La portarono con loro. Dopo due ore, madre e figlia si ritrovarono. Il reportage poteva aspettare.
In quei giorni in edicola si trovava solo Il Lavoro: Il Secolo XIX e Il Mercantile avevano le redazioni allagate. Intanto, i disastri urbanistici facevano emergere le loro responsabilità. Genova, amministrata allora da sindaci della DC, aveva costruito ovunque: sulle colline, quartieri come il Biscione (crollato in parte), e strade come via dello Stambecco, che in caso di pioggia si trasformava in un pericoloso torrente.
Lo scolmatore del Fereggiano è stato completato solo nel 2000. Il Bisagno, sotto la copertura lunga 1,4 km, oggi scorre due metri più in basso, dopo 16 anni di lavori. E ora, finalmente, la "Talpa cinese" sta scavando l’ultimo tratto dello scolmatore del Bisagno. Sarà pronto nel 2028.
Saranno passati 58 anni da quella tragica alluvione. Una vita.
E chi c’era, oggi ha i capelli grigi.
“Nera che porta via la via, nera che non si vedeva da una vita intera”, cantava Fabrizio De André in Dolcenera, pensando anche a quella pioggia maledetta del 1970.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Altre notizie
Corteo ex Ilva, Anpi Genova: "Inaccettabile griglie e lacrimogeni per i lavoratori come al G8"
04/12/2025
di Gilberto Volpara
Terzo Valico, superati i 50 km di scavo: completato il 94% delle gallerie, ne restano 3,5
04/12/2025
di Redazione
Genova, tassa imbarchi: no di armatori e terminal al tavolo con Comune “Non saremo esattori”. Rixi:“Tasse così spostano il traffico”
04/12/2025
di Carlotta Nicoletti
Liguria: allerta valanghe sulle Alpi Liguri Sud fino alla serata di venerdì
04/12/2025
di R.C.
A Genova Marassi realtà virtuale e visori per la formazione dei detenuti
04/12/2025
di R.C.
Ex Ilva: protesta dalla prefettura a Brignole, dopo l'incontro con Bucci il corteo riguadagna Cornigliano. Ripreso presidio, domani assemblea
04/12/2025
di Luca Pandimiglio - Stefano Rissetto
