Zanzare e virus, Zappa (Asl 3): "Evitare le punture è la prima difesa. Clima più caldo allunga il rischio"

di Matteo Cantile

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A TGN Today il direttore di Igiene e Sanità pubblica dell’Asl 3 spiega: dengue, West Nile e chikungunya trovano spazio con viaggi e temperature elevate. Prevenzione “di squadra” tra istituzioni e cittadini:

L’estate allunga la stagione delle zanzare e, con loro, il rischio di arbovirosi. In studio a TGN Today il dottor Giacomo Zappa, direttore della Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl 3 genovese, ha spiegato come dengue, West Nile e chikungunya siano virus “trasmessi da artropodi” (soprattutto zanzare) che oggi si diffondono anche per cambiamento climatico, globalizzazione e mobilità di persone e merci. La prima regola resta semplice: evitare le punture. La strategia efficace, però, è integrata: comportamenti individuali più azioni coordinate degli enti pubblici e cura degli spazi privati.

Diffusione globale – Il mutamento del clima e i flussi internazionali favoriscono l’arrivo di virus e vettori che, in condizioni ambientali più miti, attecchiscono anche dove prima non riuscivano. Le autorità sanitarie agiscono in prevenzione, con monitoraggi e interventi mirati.

Vettori – Accanto alla Culex (zanzara comune, storicamente presente in Liguria) si è stabilita la zanzara tigre (Aedes albopictus), arrivata di recente e capace di moltiplicarsi grazie a microclimi urbani più caldi e umidi.

Prevenzione ambientale – La lotta ai ristagni d’acqua è decisiva: sottovasi, tombini, giardini incolti, bidoni e qualsiasi contenitore che trattenga acqua vanno svuotati o trattati. È responsabilità degli enti ma anche dei cittadini, perché il controllo del vettore si vince “di squadra”.

Prevenzione individuale – Repellenti cutanei, zanzariere, abiti chiari e coprenti nelle ore critiche, attenzione all’umidità domestica. Un ventilatore crea turbolenza che ostacola il volo della zanzara; ambienti meno umidi e climatizzati risultano meno favorevoli alle punture notturne.

Viaggiatori – Chi si reca in Paesi con endemìa deve informarsi prima di partire (consulenza medica o siti dedicati), adottare misure anti-puntura e, ove indicato, seguire profilassi farmacologiche. Il rischio varia per area, stagione e durata del soggiorno; possibili anche co-infezioni in alcuni contesti tropicali.

Categorie a rischio – I quadri clinici gravi sono rari, ma risultano più esposti bambini piccoli, anziani e immunodepressi (per malattia o terapie), per la minore “memoria” o efficienza del sistema immunitario.

Stagionalità che cambia – Temperature più alte prolungano la presenza delle zanzare fino all’autunno inoltrato. La zanzara tigre, in particolare, punge anche nelle ore centrali del giorno, a differenza della Culex che è più attiva all’alba e al tramonto.

Perché pungono alcuni più di altri – Le zanzare sono attirate da CO₂ espirata, temperatura cutanea (recettori “a infrarossi”) e odori della pelle: fattori multifattoriali che spiegano perché alcuni vengano punti di più. Dopo il pasto di sangue (utile alla maturazione delle uova) la zanzara tende a fermarsi: meglio prevenire che “aspettare che si sazi”.

Messaggio finale – Ridurre le punture resta l’obiettivo: comportamenti corretti, manutenzione degli spazi, coordinamento istituzionale. Una prevenzione coerente tutela il singolo e la sanità pubblica.

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