Vandalismo a Genova: distrutto il Wall of Dolls, simbolo contro la violenza sulle donne

di M.C.

1 min, 44 sec

In piena Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Wall of Dolls è stato nuovamente devastato da un gruppo di contesatrici

Vandalismo a Genova: distrutto il Wall of Dolls, simbolo contro la violenza sulle donne

In una giornata simbolicamente dedicata alla lotta contro la violenza di genere, il 25 novembre, il Wall of Dolls di Genova è stato vandalizzato. Un atto che ha suscitato indignazione tra le istituzioni, la comunità e gli organizzatori dell’iniziativa. "Ancora una volta sono stati usati violenza, aggressività e prepotenza per distruggere un’installazione carica di significato", ha dichiarato Barbara Bavastro, coordinatrice regionale dell’associazione Wall of Dolls.

Violenza sul simbolo – L’installazione rappresenta un omaggio alle vittime di femminicidio, con bambole affisse al muro per denunciare la violenza sulle donne. "Hanno commesso simbolicamente un secondo femminicidio su ogni bambola", ha aggiunto Bavastro, sottolineando l'atrocità di un gesto che va contro il significato stesso della giornata.

Un danno personale – Tra le bambole distrutte c'era anche quella di Alessandro, un uomo che aveva lasciato lì l'unico ricordo di sua madre. "Hanno violato profondamente i diritti di Alessandro, privandolo di una memoria preziosa", ha detto Paola Del Guercio, addetta stampa dell’associazione.

Solidarietà istituzionale – L’atto vandalico ha provocato reazioni di solidarietà da parte di figure pubbliche e istituzioni che hanno inviato i loro messaggi a Paola Del Guercio. "Mi dispiace tanto, contribuiremo a ricostruirlo", ha affermato Pietro Piciocchi, vicesindaco facente funzioni di Genova. Anche il magnifico rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e il direttore sanitario del San Martino hanno espresso il loro supporto, insieme al comandante dei carabinieri, a Federico Bertocchi del sindacato CISL e a diverse altre figure istituzionali. 

Denuncia formale – Gli organizzatori hanno sporto denuncia presso la Questura di Genova, chiedendo maggiore tutela per l’installazione e interventi più incisivi contro queste azioni intimidatorie.

Mancanza di dialogo – Gli organizzatori sottolineano come il vandalismo sia frutto di un movimento che "rifiuta il dialogo, non crede nella rete e promuove esclusivamente violenza e distruzione".

Un monito – "Dove intendono arrivare con questa pericolosa escalation di violenza?" si chiede Del Guercio, evidenziando la gravità di un gesto che non è solo vandalico, ma simbolico e culturale.