Vaccini e super Green Pass: la carica per vincere il virus
di Paolo Lingua
Il Governo, ma nessuno aveva dubbi sul buon senso di Draghi, ha deciso con saggezza di spingere, sul piano della propaganda e della comunicazione diffusa, sull’incremento della corsa alla vaccinazione, sia per quelli non ancora vaccinati ma che si stanno “convertendo”, sia per chi si deve muovere verso la “terza dose”. E, sul piano amministrativo, è apparso giusto e corretto insistere sul “super green pass” che varrà per chi è stato vaccinato e per le categorie “particolari” (insegnanti e addetti alla scuola, militari e forze dell’ordine, sanitari) e comunque per accedere a luoghi di incontro al chiuso (bar, ristoranti, centri culturali e di spettacolo, sport, ecc.). In parole povere la nuova disciplina che sarà applicata dai primi di dicembre sino a metà gennaio creerà un netto distinguo tra i vaccinati (anche sino a tre applicazioni) e i non vaccinati ai quali saranno negati gli accessi ai luoghi chiusi.
E’ emerso, anche nelle analisi scientifiche dei vertici sanitari, il limite di garanzia dei tamponi che possono variare da due giorni a un giorno, sia pure con molti limiti. In parole povere, si sono stretti sempre di più gli spazi per i non vaccinati che, con il tempo che passa, appaiono come sostenitori di tesi assurde e antiscientifiche o esaltatori d’un irrazionale libertarismo. Ci sono gruppuscoli che annunciano ricorsi alla magistratura europea. Ma sono annunci che lasciano il tempo che trovano in un contesto di passaggi estremamente delicati. Infatti la logica che sta ispirando le istituzioni è quella di mantenere controllo e severità, senza creare danni più del dovuto agli sforzi collettivi per favorire la ripresa economica in tutti i settori produttivi, considerato che i segnali non sono tutti negativi. C’è il problema di Dare un colpo di reni alla ripresa generale, alla crescita – la questione più complicata – dei posti di lavoro. Ma, al tempo stesso, urgono gli investimenti sulle grandi opere o sulle strutture di sostegno lungo il territorio.
In pratica si è puntato a mantenere in vita tutti gli aspetti della ripresa economica che sta dando, per il momento buoni risultati e in particolare buone speranza per la primavera. Pure sempre tenendo il piede sul freno. Una logica che alla fine dei conti ha ottenuto il via libera da parte di tutti i partiti che sostengono il governo, compresa la Lega che, in un momento di oscillazioni e di incertezze dei suoi vertici, di tanto in tanto cerca il sostegno anche di quella parte dell’opinione pubblica che vorrebbe una ripresa di movimento in tutti i settori della vita sociale. Mancano ancora alcuni dettagli sulle regole generali, in particolare sul passaggio di Capodanno, un periodo nel quale i rischi di incremento della pandemia sono maggiori perché si allentano, specie nelle fasce d’età più giovani, i controlli sui comportamenti collettivi e dove sono più difficili i freni sociali.
Poi, dopo il 15 gennaio, sarà d’obbligo tirare le somme della situazione generale. Già si annunciano scelte strategiche generali anche da parte di molti settori imprenditoriali. E’ il caso della Msc che punterà a imbarcare per le crociere solo vaccinati e muniti del super Green Pass, anche perché sulle grandi navi i rischi si sono dimostrati maggiori. La nuova disciplina, c’è da augurarselo, dovrebbe consentire controllo senza arrivare a dure limitazioni, ma, in particolare, forse come spinta subliminale, dovrebbe indurre una larga parte dei “no vax”, quelli meno ideologizzati e strumentali sul piano politico, a vaccinarsi. Ormai le tesi negazioniste, a tutti i livelli mondiali, stanno dimostrando la loro inconsistenza e i loro limiti mentali. La vera spinta verso il ridimensionamento dei contagi può venire da quel 10 – 12 % di cittadini che insistono cocciutamente a negare gli effetti positivi della vaccinazione. E’ cominciato, facendo i debiti scongiuri, il conto alla rovescia.
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